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Strage di Lampedusa: giusto piangere, ma il problema resta

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E intanto la sinistra trae spunto per fare sciacallaggio politico.

La morte è un evento ineluttabile per tutti ma quando colpisce persone innocenti, indifese e disperate è un qualcosa che ti rimane dentro e che la coscienza non riesce in alcun modo a metabolizzare finendo per fare insinuare dentro di noi anche una sorta di indelebile senso di colpa.

Ci domandiamo allora, in modo magari anche banale, perché il mondo funziona in questo modo, perché pagano le persone più indifese e sfortunate, quelle per intenderci che non hanno avuto la fortuna di nascere in un paese democratico e civilizzato. Persone, popoli che fin dalle prime ore della loro esistenza sono stati condannati a convivere con i morsi della fame e con quelli, forse ancora peggiori, della disperazione più nera. La domanda non ha risposte o forse ne ha di talmente evidenti e abnormi che i nostri occhi non riescono neanche a percepire, cullati come siamo da una scontata sicurezza di cui non siamo neppure degni destinatari.

Il mondo, ovvero la società globale che l’uomo si è costruita, non è per niente giusto, e l’ingiustizia più grave è da secoli, millenni, sempre la stessa: quella della disparità tra chi ha e chi non ha. Una disparità che affonda purtroppo le sue radici nell’egoismo umano e nella sete di potere che porta ad aumentare le proprie ricchezze a discapito e a detrimento di chi non nasce, diciamo così, con il piede giusto. E’ inutile, in un contesto simile, continuare poi a fare morali e demagogiche esternazioni che, da parte di chi ha mille volte le risorse delle vittime, ha il sapore solo dell’ipocrisia più indegna.

I nostri politici, bravi solo a conquistarsi la propria fetta di potere e di privilegi, mentre blaterano il loro “orrore” per l’atroce fine di innocenti, morti prima di fame e poi di annegamento, dovrebbero, di fronte allo spettacolo pietoso di centinaia di vittime ricomposte in un’enorme “magazzino”, starsene soltanto in doveroso e rispettoso silenzio. Invece parlano, parlano e ancora parlano dando fuoco ai soliti pietosi e squallidi talk shows in cui il dolore degli “altri” viene messo in piazza solo per fomentare sperate audience e picchi di ascolto o, peggio, per assicurarsi interessanti riscontri elettorali. Primi fra tutti, in questa triste reazione a catena, sono stati molti rappresentanti della sinistra che, all’indomani della strage, hanno pensato subito di cogliere l’occasione per cavalcare la tigre della pietà popolare e approfittare così di questa “insperata” ancora di appoggio per screditare il loro avversario di sempre: il centro destra.

L’occasione era ghiotta per sferrare l’attacco in forze contro tutto quello che il Pdl rappresenta e ha rappresentato, sia come ideologia che come provvedimenti legislativi a suo tempo emanati. Ecco quindi che la “famigerata” legge Bossi-Fini viene additata addirittura come la prima responsabile  di quanto è successo, con gli stessi Bossi e Fini colpevoli per aver concepito, udite, udite, niente meno che  il reato di immigrazione clandestina. Dimentichiamo allora che se non c’era la “vituperata” legge di cui sopra, a quest’ora in Italia invece di centinaia di migliaia di profughi ne avremmo avuti probabilmente diversi milioni? Sì evidentemente lo abbiamo…anzi lo hanno dimenticato.

Come sembra che abbiano pure dimenticato che il problema dell’immigrazione non si risolve aprendo indistintamente le porte di casa a tutti perché in questo modo si andrebbe incontro soltanto ad uno sfacelo e a una tragedia di carattere biblico. Non è possibile accogliere tutti e questo non per una malintesa crudeltà o cattiveria di qualcuno pronto a rinverdire i “fasti” dei regimi stalinisti o nazional socialisti, sempre pronti a isolare se non a eliminare le minoranze etniche. Non si può semplicemente perché non è immaginabile che decine, centinaia di milioni di persone si riversino in massa nel vecchio continente: questo porterebbe soltanto a scenari sociali apocalittici con tutte le nefaste conseguenze del caso e per il mondo ospitante e per gli stessi immigranti.

Insomma non possiamo pensare che l’intero cosiddetto “terzo mondo” si riversi in massa da noi: manca lo spazio, mancano le risorse, manca il lavoro e finiremmo tutti per morire di fame in un clima di apocalittica anarchia sociale. La nostra società, di fronte ad un tale evento, che sicuramente si verificherebbe se gli stati occidentali non facessero più i doverosi controlli alle frontiere, scomparirebbe dalla faccia della terra con grave nocumento per tutti, immigranti compresi. Lo sappiamo tutti, tranne, sembra, certi rappresentanti trozchisti della sinistra, che, per ridare una speranza a queste moltitudini di disperati, bisogna agire in primo luogo sui loro governi, contribuendo a far deporre i regimi dei loro stati canaglia, stati che investono in armi quando dovrebbero investire in strutture in grado di pianificare e rendere più efficiente la loro produzione industriale e agricola.

Gli aiuti vanno dati nella terra dove questi poveretti hanno il diritto sacrosanto di continuare a vivere in modo degno e dignitoso, senza il rischio di finire nelle mani di qualche Caronte pronto ad approfittare a suon di soldoni della loro disperazione, salvo poi farli affogare miseramente a poche centinaia di metri dalla “salvezza”. Gli Stati Uniti invece di incaponirsi in guerre di conquista per accaparrarsi il controllo del petrolio, vedi Iraq, dovrebbero, e avrebbero il nostro completo appoggio, contribuire a spazzare dalla terra i regimi dittatoriali che hanno contribuito ad affamare milioni e milioni di persone, con buona…pace di certi pacifisti a senso unico e pure in mala fede. E invece, in una sorta di grottesco batti e ribatti, scambi continui di note diplomatiche, assistiamo allo spettacolo deprimente di sempre: i grandi stati della terra, invece di mettersi d’accordo per tentare almeno di risolvere una parte dei problemi che assillano il nostro povero mondo, si accaniscono in inutili discussioni, accuse reciproche che non hanno mai portato a nulla e mai partoriranno un qualche risultato se non utile almeno non dannoso.

E’ di questo che il mondo avanzato si deve vergognare, ma non siamo di certo noi, inermi cittadini di uno stato posizionato geograficamente nel posto sbagliato al momento sbagliato, che dobbiamo vergognarci perché nulla possiamo di fronte al disastro che si sta verificando nei paesi arabi e africani. La nostra limitata flotta militare non può perlustrare le migliaia di miglia marine del nostro immenso mare territoriale, non ne ha le risorse per farlo, grazie anche ai tagli operati dai precedenti governi. Noi, come cittadini,  possiamo soltanto comportarci come la coscienza ci ordina e, nel nostro piccolo, cercare di aiutare i poveri, e con questo termine intendo tutti gli indigenti, italiani e no, ad avere almeno una tenue speranza nel domani. Altro non possiamo fare. Un consiglio però mi sento di darlo ai rappresentanti della sinistra italiana: evitino, almeno per decenza, di appellarsi e di farsi paladini di quegli stessi ideali evangelici di carità che i regimi in cui continuano a credere hanno da sempre disprezzato. E non mi riferisco ormai ai milioni di vittime che il comunismo/socialismo reale ha lasciato per strada in nome della rivoluzione del proletariato, anche se potrei e dovrei, ma semmai allo spregio della vita umana operato con la legittimazione dell’aborto, allo spregio dei valori della famiglia e soprattutto dei diritti dei più piccoli costretti a vivere sotto lo stesso tetto con due padri o due madri, per non parlare degli attacchi alla Chiesa e al suo sacrosanto codice morale. Lor signori, se proprio vogliono continuare a sfogare la loro protesta e a inveire contro le ingiustizie del mondo, lo facciano utilizzando i loro principi, le loro leggi, la loro morale e lascino stare quanto non gli appartiene. 

di Roberto Crudelini

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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