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La maleducazione di Letta

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Non si vuole qui deplorare la scelta, legittima per carità, del Presidente del Consiglio di “licenziare” un esponente del suo governo. Fin troppe volte negli ultimi anni questo potere non è stato adeguatamente esercitato dal premier italiano per paura di ritorsioni della maggioranza ed instabilità politiche varie. Oltremodo deplorevole appare però che Enrico Letta abbia usato uno stratagemma per far fuori un membro effettivamente scomodo dell’esecutivo come il già spostato sottosegretario Biancofiore, inizialmente alle Pari opportunità (dal 3 al 4 maggio), poi, a causa una boutade sugli omosessuali che si emarginerebbero da soli, “collocata” alla Pubblica amministrazione e Semplificazione. Imprenditrice verace, iscritta a Forza Italia 1.0 dagli albori, è stata la più calda artefice del fallimentare ritorno alle origini ed è probabilmente considerata da molti parlamentari moderati del Pdl come uno dei “cattivi consiglieri” che hanno portato il partito berlusconiano sull’orlo della spaccatura che stava (sta?) per dare origine ai “Popolari” (leggi, nuova Dc di centrodestra).

Ebbene la mossuccia di Letta, ch’egli giustifica con un perentorio “dare un segnale che le cose sono cambiate”, di rifiutare in blocco le dimissioni dei ministri del Pdl, tranne quelle del sottosegretario Biancofiore è inaccettabile nei modi. Non nella sostanza. Infatti la scelta si è sostanziata senza nemmeno un colloquio faccia a faccia, né una telefonata. Biancofiore avrebbe appreso il tutto dai giornali e, considerato il suo temperamento, non sembra essere stata una saggia mossa quella di Letta. “Sono inferocita!“. Tuona Biancofiore. Ho subito forse mobbing? Si interroga la stessa, con ampia eco data dai quotidiani a questa vicenda. E’ altresì possibile che il “licenziamento” di Michaela Biancofiore sia dettato da logiche di larghe intese, e cioè da un accordo in seno all’entità autonoma Alfetta, che avrebbe deciso di far fuori un membro scomodo, un falco della prima ora del Pdl così scomodo al governo. L’impressione è tuttavia che questo caso terrà banco ancora per molto: almeno finché Alfano non interverrà nettamente in favore della bolzanina. Il che appare improbabile considerati i recenti scontri tra i due in merito alla fiducia al Governo che Biancofiore, è noto, ha cercato di boicottare. Un gesto sbagliato politicamente, dunque, oltreché maleducato.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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