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Il copione è sempre il solito, quello che va di moda dagli anni ’80 fino ad oggi, lanciato entusiasticamente sul suolo americano ed importato in maniera cieca e fideistica nel vecchio continente.
Sono manovre subdole, nascoste, volutamente o meno, dall’attenzione delle grandi testate giornalistiche e televisive, e nei rari casi in cui vengono riportate, viene utilizzato un linguaggio arzigogolato e spesso incomprensibile per la maggior parte delle persone.
Perché si sa la crisi è dovuta al conflitto d’interesse di Berlusconi, al suo “malgoverno” di questi ultimi vent’anni, alle auto blu e ai finanziamenti pubblici ai partiti. Guai se qualcuno osasse contraddire ciò, guai se qualcuno facesse riferimento al fatto che, negli ultimi 30 anni, gli investimenti nell’economia reale mondiale sono letteralmente crollati per dar spazio ad un incremento folle del mercato finanziario, che non produce alcuna ricchezza tangibile.
Bollate come complottiste queste voci malevole continuano ad insinuare, scorgendo un continuo processo di smantellamento dello Stato in favore di colossi privati, pronti a finanziarizzare capitali che un tempo erano pubblici, ma da un giorno all’altro diventano soggetti a tassi di rischio incalcolabili. Ora Saccomanni si è detto pronto alla (s)vendita di Enel, Eni e Finmeccanica, tre colossi dell’industria italiana, già in parte nelle mani dei privati, ma ora pronti per essere completamente lasciati al “libero mercato“.
Chissà se finiremo pure noi come gli eroici campesinos boliviani, che si ritrovarono a dover fronteggiare una nota multinazionale americana che aveva in mano la distribuzione dell’acqua, ovviamente a prezzi non accessibili per i contadini; i campesinos però, ingegnandosi, hanno trovato il modo per raccogliere e depurare l’acqua piovana. Risolto? Macché la multinazionale ha pensato bene di fare causa ai campesinos per concorrenza sleale.
Privatizzata Enel sarà denunciato il Sole per emissione illimitata e sleale di calore ed energia?
