TORINO – Nella “città dell’integrazione” l’inquinamento non è solo quello dell’aria (il più alto in Europa), ma anche quello di alcuna popolazione immigrata, che dovrebbe essere celermente identificata. La grande minoranza mussulmana della città, infatti, si estende a macchia d’olio da San salvario a Porta Palazzo e in queste numerose collettività si ravvisano molti, troppi, estremisti. Proprio ieri è stato selvaggiamente aggredito un signore di cinquantaquattro anni che ha “osato” non fare il ramadan.
”Mi hanno chiesto se faccio il Ramadan e, quando ho risposto di no, mi hanno picchiato selvaggiamente utilizzando anche una catena”. E’ il racconto di Sherif Azer, 54 anni, responsabile della comunità cristiano-copta della città, che ha denunciato di essere stato aggredito ieri pomeriggio da un gruppo di una decina musulmani. Azer è stato insultato per la sua religione: niente di nuovo, per un egiziano cristiano e minacciato.
Quando però gli arabi sono passati dalle parole ai fatti, l’aggressione con catene, calci e sputi non si è fatta attendere. Sulla vicenda indaga la Digos. Non vi consigliamo di recarvi nella culla dell’integrazione (così definita a più riprese dalle giunte Piddì) a Porta palazzo. Il mercato coperto più grande d’Europa è affollato di intransigenti integralisti in babbucce e palandrana, e di giorno, al momento, non si mangia né si beve.
EF