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La tecnica del “poi”

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A comportarsi già come un presidente esecutivo (tipo Obama ed Hollande), Napolitano ci ha preso gusto. Ha infatti fissato un termine per le riforme istituzionali di 18 mesi. Malgrado la sua età, continua ad aver fiducia nel parlamento, ma è già tanto se per Natale si riuscirà a formare il comitato dei “saggi” che se ne dovrà occupare. Il guaio è che Napolitano potrebbe anche dare le dimissioni aprendo la strada al caos più assoluto, perchè il governo Letta sta in piedi con “larghe intese” piuttosto traballanti e non può permettersi di diventare (come dice Renzi) di “lunghe attese”. Chi scrive ritiene (come del resto la maggioranza dei cittadini), che le riforme istituzionali non siano prioritarie in un’Italia che langue,e che occorra subito ben altro. Poichè la crescita e lo sviluppo non si possono ottenere con un decreto: è necessario l’abbattimento della pressione fiscale perché la gente riprenda a consumare, non sospendere e rinviare ad un dopo poco chiaro ciò che si deve fare subito senza indugi. La tecnica del “POI ” non rasserena gli animi, e provoca disaffezione (per usare un eufemismo) nelle istituzioni, non più in grado di garantire alcunché.

Aleggia sempre il fantasma di un altro governo tecnico genuflesso alla UE ed aisuoi diktat. I nostri politici, oltre a vivacchiare , bisticciare e dissentire su proposte varie, non sanno cosa fare. Avanti di questo passo non verrà mai deciso nulla, ma si sprofonderà sempre di più. Quando si cade in una buca, scavando si finisce sempre più giù. E’ logico e matematico. Tergiversare non serve, occorrono fatti concreti, che purtroppo non arrivano mai.

Giuseppe Franchi (Mov. Noi automobilisti)
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Di Redazione Elzeviro.eu

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