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Berlino sta pensando alla Dexit: ecco come

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Il Brexit ha smosso idee, pulsioni e aspirazioni alla “liberazione dalla UE”,  lo credereste? In Germania e nei suoi satelliti.

di Maurizio Blondet

Si apprende per esempio che “paesi della germano sfera che un tempo si chiamava Mitteleuropa – Austria, Cechia, Ungheria eccetera – sognano una moneta comune: una moneta che avrebbe la qualità di una zona monetaria ottimale [ciò che l’euro non è per volontà tedesca]”.

Chi lo rivela è Jean-Yves Archer, grosso economista ufficiale francese, europeista ideologico, e quindi allarmatissimo. “La Germania è tentata dall’altrimenti”, scrive.

“Non si può negare che questa corrente di pensiero si spande fra i cittadini tedeschi alla velocità in cui risale la marea a Mont Saint-Michel”.

Davvero?

E non se sapevamo niente.

E’ un fatto che i V4 dimostrano la vitalità di una politica sub-regionale europea, e suoi  leader sono a favore di una zona dinamica e convergente con la Germania, o addirittura unita alla Germania.

“La Germania”, dove cresce un anti-europeismo freddo ed esasperato,   assicura Archer,  “potrebbe  decidere il grande scisma e porre il tema di un euro marco che avrebbe forti probabilità di essere adottato dai paesi della Mitteleuropa”.

Cadete dalle nuvole? Ingenui, dice Archer:

“Quando un paese rimpatria mese dopo mese le sue riserve auree, non è per giocare a domino coi lingotti. E’, magari, per copertura esplicata di garanzia di una moneta. L’euro? Immaginiamo. Ma si può anche pensare altrimenti in una prospettiva geopolitica più ampia.

“Ma senza andare fino alla grande frattura, è possibile che l’avvenire ci imponga un blocco renano, di oltre 150 milioni di abitanti, il cui carattere omogeneo assicurerebbe una potente leadership sulla nostra Unione Europea”.

Già, perché “la nostra zona euro non ha sviluppato convergenze fiscali e poi di bilancio, un insuccesso collettivo” e quindi non è “omogenea” come sarebbe quella “sognata” in Mitteleuropa”.

L’economista Jean-Yves Archer

La grande perdente

sarebbe ovviamente la Francia, rifiutata nella “coppia franco-tedesca” (che non è mai  esistita realmente) e buttata nell’angolo dei paesi latinos che non hanno fatto le riforme e si lamentano dell’austerità. Archer lo dice esplicitamente:

Se il blocco renano mantiene l’euro a titolo unico di moneta comune, la Francia ha ancora una possibilità. Se questo gruppo decide di battere moneta, noi avremo fallito l’occasione storica e capitale di diventare un centro concentrico d’influenza globale (tipo Usa e Cina?) delle nostre teorie.

“Gli Stati Uniti  di Trump avrebbero tutto da guadagnare da una separazione della Germania, mentre stimola la creazione di una Singapore sul Tamigi. E, last but non least, si immagina l’interesse della Russia per questo insieme economico tremendamente complementare che sarebbe la Mitteleuropa. Se fossi un elettore tedesco, avrei un pensiero per far azionare questo scambio ferroviario”.

Una confessione da un europeista fanatico

Quel che colpisce è che Archer – che certo ha più conoscenze in Germania di noi – dia come certo il fatto che in Germania “si pensi”, anzi si sia già pronti, ad azionare lo scambio.

L’uscita di Londra ha sicuramente precipitato e coagulato questi pensieri in progetto, per il solito motivo: i soldi.    Sarebbe la Germania a dover coprire i dieci (o più) miliardi di contributo alla UE che mancano dalle casse di Bruxelles, e non ne ha nessuna voglia. Mesi fa la Merkel aveva fatto sapere che voleva uno sconto. Adesso c’è a Berlino la valutazione che questa Ue così insoddisfacente, “costa troppo” per i vantaggi che dà.

Berlino?

Già l’Olanda, per bocca del suo primo ministro Mark Rutte, ha dichiarato che non intende dare un euro in più al bilancio UE rispetto al passato: siamo pagatori netti e non vedo perché dovremmo pagare di più. E Rutte si tira dietro Svezia, Danimarca, Austria (con la Germania, i “cinque frugali”, li ha chiamati, fisso nell’ossessione che noialtri viviamo sopra i  nostri mezzi).

Hanno fatto una riunione, frugalmente: “In videoconferenza”, e deciso la resistenza alla Ue: come noto, il primo ministro austriaco Sebastian Kurz ha dichiarato che userà il veto contro un aumento del bilancio di Bruxelles.

Praticamente, la Mitteleuropa  è già nei fatti.

In Francia, il centro-studi più importante, Natixis, è giunto a queste conclusioni: o si ridocono le paghe, come chiede l’asuterità, ciò che provoca la rivouzione,; oppure si esce dall’euro e si attiva il controllo sui capitali.

E noi italiani, con questo governicchio messo lì  per il suo europeismo sacrificale , sarà  l’ultimo  giapponese  dell’eurozona.

 

 

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