Le parole con cui Wolfgang Schäuble ha esortato i paesi con alto debito a rivedere le proprie politiche pubbliche, assumono i connotati sinistri del diktat. Un film già visto anni fa con la Grecia, prima della stagione dell’austerità.
di Antonio Di Siena
È ufficiale perché la richiesta, anche se sarebbe più corretto dire il diktat, arriva da Wolfgang Schäuble, il presidente del Bundestag e plenipotenziario economico tedesco che ieri – dalle colonne del Financial Times – ha violentemente minacciato i Paesi europei con alto debito pubblico, Italia in primis.
Tagli alla spesa pubblica, aumento dell’età pensionabile, privatizzazioni, ricatti, sospensione della volontà popolare, commissariamento delle istituzioni democratiche della Repubblica e, conseguentemente, ulteriore diminuzione di diritti, tutele, servizi e aumento di indebitamento privato, miseria e povertà.
Smascherando la vera natura del Recovery Fund, un misero prestito alla Mercante di Venezia con un libbra di carne umana come garanzia. Il futuro degli italiani, quindi, si avvicina sempre più rapidamente al presente dei loro cugini greci. Le cui tragiche sorti in troppi hanno vilmente ignorato per un decennio.