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Il discorso di Giuseppe Conte, tra lodevoli aperture e derive grilline

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Il discorso del neo Primo Ministro Giuseppe Conte segna il ritorno della Politica all’interno della democrazia parlamentare italiana.


Un decennio di governi tecnici o pseudo politici aveva infatti fatto dimenticare quella passione politica, tratto tipico delle due aule ove si svolge l’esercizio della democrazia.

Il ritorno della passione politica

Tecnocrati e assenza di temi di rilievo avevano trasformato appassionati discorsi politici in piatti e “sobri” monologhi monocordi. Ecco la vera novità del discorso di Giuseppe Conte sta forse proprio in questo, nell’aver ridato il primato alla politica, almeno nelle aule che ancora le spettano.

Diritti sociali e denuncia della new economy

Veniamo ai temi. I diritti sociali tornano al centro, dopo che i partiti tradizionali avevano abdicato alla tutela di questi ultimi per dedicarsi invece anima e corpo all’espansione dei diritti civili per le minoranze. E questa è già una novità non banale. In questa grande macrotematica Giuseppe Conte introduce argomenti altamente innovativi per l’aula senatoria. Il premier ha infatti parlato di gig economy, piattaforme e intelligenza artificiale.

Lo sviluppo al servizio dell’uomo”, è il principio del Governo del cambiamento e fa ben sperare, considerata la mole di rischi sociali che le rivoluzioni tecnologiche possono portare.

La Russia come partner privilegiato

Lodevole è poi l’apertura sottolineata alla Russia, considerata come partner commerciale fondamentale, ma non solo. Mosca è definita come “attore geopolitico fondamentale nei contesti di crisi internazionale”.

Una svolta non da poco, visto il clima da Guerra Fredda lasciato dal Governo uscente, il cui ultimo gesto è stata l’espulsione dei diplomatici russi dal Paese. Auspichiamo dunque che tra i primi atti del Governo Conte vi sia il rimpatrio di tali diplomatici. Resta ancora fumosa invece la strategia da adottare in sede europea per rendere più flessibili i parametri di spesa, al fine di completare gli obiettivi del contratto di Governo. Si vuole ridiscutere Maastricht? Di quanto? Si vuole ridiscutere anche il Trattato di Lisbona? Il tutto resta ancora nell’incertezza.

La mistica grillina della corruzione

Risulta invece ancora molto forte la vocazione grillina del premier rispetto agli evergreen dei 5 stelle. C’è ancora infatti la forte presenza della “mistica della corruzione, dei vitalizi e delle pensioni d’oro”, intesa come male supremo del Paese. Una narrativa che, occorre ricordare, fu la prima causa dello sfascio della onorevolissima, pur corrotta, I Repubblica.

Quella “rivoluzione” portò dritti alla progressiva perdita di sovranità del Paese e alla conseguente crisi economica. Utilizzare una retorica che ci ha portato nel pantano da cui il Governo vuole uscire non sembra dunque la strategia più vincente. Vedremo ora il passaggio dalle parole ai fatti.

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