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Se la ministra fa uscire di galera chi le pare

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Le prime pagine dei giornali sono stat’empite, in luglio, dal caso shockante della famiglia Ligresti, patron, tra l’altro, dell’Assicurazione SAI. Questi signori hanno frodato il fisco deliberatamente per miliardi, mantenendo fino all’ultimo un tenore di vita da nababbi. Davvero molto è stato, complice anche l’estate, tutto il gossip che ci è girato intorno, che sempre fa faville quando si parla del bel mondo dorato di questi miliardari figli di papà e che si accende ancora di più quando un potente va in rovina. Nell’ambito di questa inchiesta necessariamente mediatica sono stati arrestati Salvatore, classe ’32, già uso a rapporti non troppo amichevoli con la giustizia italiana, nonché le figlie Giulia e Jonella mentre il figlio Paolo, diventato cittadino svizzero da soli 21 giorni, trovandosi nella sua abitazione sul lago di Lugano è riuscito ad evitare l’arresto.

Anna Maria Cancellieri, amica della famiglia Ligresti, è intervenuta un mese dopo l’arresto per la concessione dei domiciliari nei confronti di Giulia, a suo dire malata di anoressia. Successivamente, interpellata dalla stampa, si è giustificata indicando l’intervento come umanitario e doveroso. “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria, la quale soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati –  spiega più tardi Cancellieri, davanti al procuratore aggiunto, Vittorio Nessi, che è volato a Roma per sentirla e per ricostruire l’intera vicenda – Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione”.

La realtà, a ben vedere, è però  un’altra. E cioè da un canto che i reati finanziari in questo paese non sono presi nella giusta considerazione e gravità, mentre dall’altro che il ministro della Giustizia ha operato un comportamento discriminatorio nei confronti di tutti i detenuti, e probabilmente si è esposta a rischi penali, poiché tutti sappiamo che di detenuti senza conoscenze altolocate ve n’è a josa, e anche con malattie letali, come l’Aids, per fare un esempio palese. La verità è che in questo paese le alte cariche sono ancora e sempre trattate con i guanti di velluto ed i sottoposti si fanno intimidire con facilità. Il caso Berlusconi-Mubarak-Ruby ne sia altro esempio lampante.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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