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La donna, il Suv e il grande incubo

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Tremate, tremate, le donne in  Suv son tornate!

Si è tristemente conclusa per gli studenti la stagione estiva, il mare, le spiagge, le donne in costume sono ormai un bello ma lontano ricordo; è ricominciata ora la grigia routine che porta milioni di giovani italiani a “seguir virtute e canoscenze“.

In questo rispolvero di cultura c’è però una zona d’ombra, un lato oscuro della scuola che non è rappresentato da qualche povero studente colto in flagranza di reato d’ignoranza, per carità l’abitudine in questione è ben più grave dello scambiar una rima baciata con una alternata e incrociata: trattasi del tetro scenario che si palesa ai nostri occhi nello scrutare il momento d’entrata e d’uscita da scuola dei nostri amati pargoli.

Eccola li, l’incubo che si concretizza, altro che professoresse acide, altro che professori frustrati, il nemico sta fuori dalla scuola, più precisamente con due o tre ruote sul marciapiede, oppure, ancor meglio, in doppia, tripla o quadrupla fila. E’ l’esercito delle mamme- Suv! Vestite come fosse la sfilata di Jean Paul Gaultier accompagnano succintamente i propri figli a scuola, ammiccando qua e la, intenzionate a rendere l’entrata a scuola una passerella per loro (non per i figli) e trasformare gli assonnati padri di questi in spettatori “allupati“.

Non è un articolo discriminatorio, è la pura osservazione della realtà: la donna agghindata che si reca con il Suv per accompagnare i figli a scuola è ormai diventata uno stereotipo della società moderna, chiunque è a conoscenza dell’esistenza di questa categoria. Ma la domanda che sorge spontanea è: perché il Suv? Le scuole non si trovano sulle Alpi Apuane, anzi il più delle volte sono dietro l’isolato di casa e due passi a piedi, oltre che svegliare il torpore del ragazzo appena desto, ridarebbero circolo ai neuroni, ormai fermi da anni, di queste signore.

Niente, questo non interessa: l’importante è arrivare li a scuola con la macchina più visibile e ingombrante di tutte. Così noi, comuni mortali dotati di macchinina di serie, siamo costretti a fare gimcane tra auto, mamme, bimbi e immancabili nonni vigile (bravissimi nel muovere la paletta senza alcun tipo di criterio logico).

In questo incubo però c’è un sogno: un’improvvisa e messianica apparizione di ganasce su ogni Suv mal parcheggiato davanti alla scuola e poi…le urla di panico delle mamme, e li si che ci sarebbe da divertirsi.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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