Il Salone del Libro 2013 è terminato con un 4% in più di affluenze e tra il 10% e il 40% in più di vendite. Molti i giornalisti che si sono lanciati in lodi sperticate.
L?Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) pubblicherà il prossimo autunno i risultati (su un campione dai 18 ai 65 anni) dell?indagine ALL (Adult Literacy and Life skills). I risultati dovrebbero raffreddare l?eccitazione per il Salone.
A quanto emerge dalla sezione “prose literacy” solo il 20% degli italiani riesce a capire il senso di un testo complicato con subordinate, grafici e cifre. E? l?analfabetismo del XXI secolo: l?analfabetismo funzionale. Il che significa possedere le abilità di lettura, scrittura e di calcolo, ma non saperle utilizzare nella vita di tutti i giorni in modo efficiente. Le prove hanno riguardato il comprendere il testo di un bugiardino, per delle cure di una pianta ornamentale e per montare un sellino. Nel primo caso solo il 5% non è riuscito a comprendere, nel secondo la metà e nel terzo il 33%.
Un dato preoccupante: la fascia più colpita è quella dai 26 ai 35 anni, specie se disoccupati. Certo la colpa non è delle persone, ma della situazione: non essendo impiegati le capacità tendono a diminuire, creando un circolo vizioso che farà arretrare ancora di più il paese.
Un altro dato significativo è che tutto viene subordinato alla tecnologia in grado di calcolare, portarci a destinazione, trovarci un sinonimo, correggere ciò che scriviamo.
L?analfabetismo del nuovo secolo è più subdolo di quello “classico”. Non è visibile chiaramente e chi non è specialista difficilmente se ne accorgerà. Se aggiungiamo la presenza della tecnologia “tappabuchi” e la poca propensione alla lettura, ecco che siamo in cammino su una strada di cui è impossibile prevedere termine e conseguenze.
Luca V. Calcagno