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Dalla Lombardia s’ode un legittimo squillo di tromba

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Si va sempre di più verso una clamorosa spaccatura istituzionale tra Governo e Regioni: molti presidenti del nord ora si ribellano apertamente all’immigrazione selvaggia.

 

Il Governatore della Lombardia Roberto Maroni, facendosi carico delle legittime preoccupazioni e proteste dei cittadini, ha lanciato un pesante sasso nell’acqua stagnante dell’attuale politica governativa italiana. Il suo può essere considerato un vero e proprio grido di allarme oltre che la presa d’atto che da ora in poi l’epoca dell’ “avanti venite tutti che c’è posto” è finita, affossata dalla volontà del Popolo Italiano, fino a prova contraria, sovrano a casa sua. L’attuale Presidente della Regione Lombardia ha detto basta all’immigrazione selvaggia annunciando una lettera ai vari prefetti e sindaci con la quale il massimo esponente della Regione più importante del Nord invita i primi a non mandare più immigrati soprattutto se clandestini e i secondi a non accoglierli all’interno dei loro territori di competenza, pena la riduzione d’ufficio dei contributi regionali.

Alla sua, per certi versi clamorosa ma anche coraggiosa iniziativa istituzionale, hanno fatto eco le parole di Luca Zaia governatore del Veneto che ha detto che non è più possibile illudersi di poter ulteriormente supportare un esodo biblico di tali proporzioni. Sempre secondo Zaia nella sua regione si sta vivendo una situazione di tensione che si fa di giorno in giorno sempre più pericolosa: il Veneto sarebbe paragonabile per questo ad una bomba che sta per esplodere da un momento all’altro. Anche Giovanni Toti, neo eletto alla Regione Liguria, ha dato il suo netto e deciso rifiuto ad accogliere nuovi arrivi così come lo hanno dato Lombardia, Valle D’Aosta e Veneto.

Uno scontro istituzionale dagli esiti clamorosi e imprevedibili che non ha tardato a provocare nella sinistra governativa una stizzita reazione. In primis da parte del Presidente del Consiglio Renzi che ha parlato di politica dello scaricabarile e di giochi demagogici chiamando in causa quanti contribuirono, quando erano al governo, alle suddette scelte politiche. Ancora più pesante è stato il commento da parte del Vice Ministro degli Interni Filippo Bubbico che ha parlato addirittura di illegittimità dell’intervento di Maroni. Ha aggiunto una sfumatura ironica il Presidente della Conferenza delle Regioni nonché Governatore del Piemonte che ha parlato di strumentalizzazione politica da parte di Maroni al quale, sempre secondo Chiamparino, qualcuno dovrebbe recapitare la notizia che la campagna elettorale è finita. Il successore di Chiamparino alla sedia di sindaco di Torino Piero Fassino, prendendo evidentemente coraggio dal suo governatore, ha aggiunto che non è compito dei governatori decidere quale politica di accoglienza debba perseguire il nostro paese.

Peccato signor Sindaco di Torino che il nostro paese nel decidere dissennatamente la sua politica immigratoria non abbia in tutti questi anni tenuto minimamente in conto le legittime esigenze e aspettative del Popolo Italiano che è ormai arrivato per questo allo sfinimento. Legittime aspettative e diritti che alcuni governatori del Nord hanno deciso di registrare e poi di seguire come lei non ha mai fatto da quando è sindaco della sua città (il problema dei campi Rom osteggiati dai suoi cittadini non le dice niente a riguardo?!).

Al Governatore Chiamparino basterebbe controbattere che qui non si tratta di prolungare una campagna elettorale che, visti i risultati passati e recenti in Lombardia, Veneto e Liguria, non è più necessaria, ma semmai di rispondere, come di solito si promette proprio in campagna elettorale, alle domande dei cittadini che danno il loro voto. Non ci dica signor Chiamparino che Lei, dopo aver raggiunto la massima carica nella sua regione, non è più disposto ad ascoltare le grida di protesta di quanti, pur avendola votata, non solo subiscono una sempre più massiccia invasione ma, anche per questo, sono costretti a pagare sempre più salati balzelli allo stato, al loro comune e alla regione da lei amministrata, perché, se così fosse, allora ci sarebbe da…augurarsi che quella stessa campagna elettorale riprenda il più presto possibile.

Al Presidente del Consiglio che parla di “scaricabarile” ricordiamo solo come quello stesso barile sia ormai colmo fino all’orlo dell’esasperazione degli Italiani che vogliono, anzi esigono, che venga svuotato al più presto prima che si possa rompere facendo versare in modo drammatico il contenuto. Noi da parte nostra applaudiamo invece chi ha avuto finalmente il coraggio di giocare a carte scoperte ribellandosi apertamente a chi ci sta trascinando verso una situazione sempre più ingestibile e dalle conseguenze inimmaginabili, speriamo solo che il loro esempio sia presto seguito dagli altri.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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