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Alla Juve non basta il cuore: il Barca alza al cielo la sua quinta coppa

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Un Barcellona cinico quanto basta vince per 3-1 senza grandi patemi contro una Juve un po’ stanca nonostante l’illusorio pareggio di Morata.

 

La Juventus non riesce nell’impresa di sollevare per la terza volta la coppa dalle grandi orecchie. I bianconeri, nei quali si è forse sentita più del dovuto l’assenza di Chiellini in difesa, sono apparsi sotto tono in alcuni elementi cardine come Pogba, Tevez e Vidal e non sono riusciti a dare continuità alla loro azione. Ovvio che il discorso non può prescindere dal fatto che di fronte c’era la squadra più forte del mondo, cinica quanto basta e brava ad approfittare alla grande di ogni tua pur minima disattenzione. E così è andata a finire come paventato da non pochi alla vigilia dell’incontro. Un possesso palla schiacciante da parte della squadra di Luis Enrique vicino al 68% ha fatto il resto anche se, va detto, i bianconeri il cuore e la voglia ce l’hanno messa tutta ma la legge del calcio sa essere spietata perché, se le gambe e i polmoni non reggono, l’anima e la voglia, soprattutto se ti scontri con un gigante, possono non bastare.

Se è pur vero che del senno di poi le fosse sono piene zeppe, va sottolineato anche il fatto che se la Juve si fosse accontentata di vincere il suo quarto scudetto consecutivo con cinque-sei punti di vantaggio invece dei sedici finali e se avesse affrontato la finale di Coppa Italia con qualchge seconda linea in più invece di massacrare i suoi migliori con 120 minuti di estenuante battaglia, alla fine qualche energia mentale e fisica in più questa sera l’avrebbe avuta con tutte le quasi logiche conseguenze del caso. E’ l’eterno discorso di sempre e…da sempre sottolineato da questo giornale: alla fine delle priorità te le devi dare perché non si può pensare di vincere sempre tutto contro tutti e…la priorità quest’anno era la coppa dalle grandi orecchie. Qualcosa ci dice che una Juve più in forma nei suoi elementi più importanti avrebbe potuto dare maggior filo da torcere ai blaugrana, vedi Tevez, Vidal e Pirlo con i primi due praticamente ai margini del gioco per gran parte della partita. Discorso a parte per Pogba che dopo il lungo infortunio non avrebbe potuto essere neanche l’ombra del giocatore che abbiamo ammirato nella prima parte della stagione e così purtroppo è stato anche ieri sera con il francese che ha giocato trotterellando con sufficienza per il campo senza creare grandi problemi ma…almeno questo era prevedibile e forse…anche evitabile.

Chi ha invece dato tutto e…un gran tutto sono invece i soliti Marchisio, Morata e Buffon con il terzo bravo in più di un’occasione a dire no alle conclusioni dei temibili catalani. Fa rabbia perché Messi si è illuminato solo a tratti così come Neymar bravo a colpire solo quando i bianconeri negli ultimi secondi erano disperatamente in dieci avanti alla ricerca del secondo pareggio, un goal che in condizioni normali non sarebbe semplicemente potuto avvenire. E poi il…manducator di spalle altrui Suarez è parso soltanto cinico e bravo a farsi trovare pronto sulla respinta di Buffon su tiro insidioso dello stesso Messi più in un altro paio di occasioni in cui, vuoi per la bravura di Buffon vuoi per imprecisione, non è riuscito a mandarla in buca. Certo ci sarebbe da recriminare per la mancata concessione del rigore per abbraccio evidente di Dani Alves su Pogba in piena area ma, si sa,  falli del genere, soprattutto se contraccambiati da un altrettanto sentito scambio di…effusioni da parte dell’attaccante avversario, si danno e non si danno e… il più delle volte non si danno. Chi ha invece dato il fritto per i catalani è stato Rakitic che non si è limitato solo a portare in vantaggio i suoi ma ha spinto per tutta la partita creando non pochi grattacapi alla retroguardiua bianconera, un’autentica spina nel fianco che alla fine è risultata determinante.

Fa di nuovo rabbia ovviamente pensare che la Juve, pur acciaccata, stanca e ben lontana dal rullo compressore a cui nella prima parte della stagione ci aveva abituato, è riuscita ad agguantare ad un certo punto il pareggio con Morata illudendo le decine di migliaia di tifosi al seguito più quelli davanti alla TV. La stessa Juve che, giustamente non accontentandosi del pareggio, si è fatta poco dopo infilare in ripartenza da Messi che ha…messo Suarez in condizione di farlo per lui, va comunque rispettata perché quando te la giochi con simili “mostri”non puoi fare calcoli difendendoti ad oltranza ma devi provare a fare la partita. Ma, ripetiamo, se il Barca era al 70% delle sue risorse i bianconeri si sono presentati al 40% e forse…anche al 30% di quanto avevano nel serbatoio solo a gennaio.

La prossima stagione la società di Corso Galileo Ferraris dovrà fare delle scelte precise ma anche coraggiose ben sapendo che un quinto Scudetto e magari l’undicesima Coppa Italia non varrebbero neppure una decima parte di quella che ci piace continuare a chiamare cara vecchia Coppa dei Campioni. Se si deciderà finalmente di provare sul serio ad alzarla bisognerà concentrare quasi tutti gli sforzi in quella direzione per arrivare all’appuntamento fatidico magari questa volta con il ruolo di favoriti. Ai posteri del calcio l’ardua ma…neppure tanto banale sentenza. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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