Home / Affari di Palazzo / Politica interna / Diliberto “alla canna del gas”: la fine del comunismo in Italia?

Diliberto “alla canna del gas”: la fine del comunismo in Italia?

Condividi quest'articolo su -->


“POCHI” RIMBORSI ELETTORALI – il partito dei Comunisti Italiani, splendido esempio di come la frammentazione politica non possa che portare nefandezze e ideologiche e di gestione dei beni di partito, soffre di una crisi economica irreversibile, coniugata con l?emorragia di voti e con la fine di un?ideologia passatista e (giustamente) vituperata.
Diliberto, professore di Diritto Romano (forse l?unico comunista ad insegnare Diritto Romano) ha fallito l?ingresso al parlamento nazionale nel 2008 (miseramente, con una Sinistra arcobaleno tramontata per sempre), ma nemmeno nelle europee del 2009, nonostante candidature per così dire, eccellenti, quali M.Hack, è riuscito a strappare un seggio, né un seggiolino.

Diliberto ora è praticamente senza il finanziamento pubblico: i “rimborsi elettorali”, se si escludono 600mila euro che riceve il Pdci da vecchie elezioni regionali, sono a zero.
Il Pdci ha chiuso il bilancio 2011, pubblicato martedì, in perdita della bellezza di 395.463 euro, riassorbita dall?avanzo patrimoniale passato. Alla prossima chiusura del bilancio il partito rischia di chiudere? in rosso. Più in rosso di quanto il partito rosso possa desiderare.
Già quest?anno per non incorrere in spiacevoli conseguenze Diliberto si è dovuto privare dell?automobile di partito, una Nuova Fiat Croma.

SVENDESI PATRIMONIO – In quel di Ferrara, però, il nostro romanista ha dovuto vendere un appartamento per diverse centinaia di migliaia di euro, quello stesso appartamento donato al Partito dalla compagna Delia Oppo, privatasene sperando in diverse direzioni per il suo ex patrimonio. Non si può credere, infatti, che la signora abbia elargito l?appartamento ai Comunisti italiani con la coscienza della possibilità che, vuoi la dissennatezza dei dirigenti, vuoi la cancrena in cui versa l?affezione dell?elettorato, avrebbe fatto fare la fine della svendita del suo patrimonio al miglior offerente.

COME DOVREBBE (LECITAMENTE) ESSERE – Abolendo il finanziamento pubblico ai partiti – quello che chiamano furbescamente rimborso elettorale, dacché il finanziamento sarebbe stato abolito negli anni ?90 mediante referendum in cui è stato preso in giro il popolo, tiranneggiato dalla casta -, dicevamo: abolendo questo finanziamento si potrebbe forse far piazza pulita di dissonanti formazioni veteropolitiche di tal fatta.
E invece?

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

La furia cieca e lo stridor di denti della sinistra sconfitta

Dopo il successo clamoroso di “Fratelli d’Italia” si scatena nel paese la furia scomposta di …