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Ancora un videomessaggio di B.

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E’ dai primi anni Novanta che Berlusconi, nemmeno fosse un monarca, comunica con il suo popolo attraverso videomessaggi. Da quando, nel lontano 1993 annunciò la sua discesa in campo per porre in essere la rivoluzione liberale che questo paese affossato da burocrazia e pressione fiscale sta ancora aspettando. Bene ci ricordiamo della calza sulla videocamera per trasmettere una sensazione calda, il modo tenue e affabile per ingraziarsi il futuro elettore. Il governo dal 1994 durò fino a che Bossi non gli staccò la spina, sostituito da Dini. Oggi, nel 2013 e di fronte ad una crisi politica, etica e sopratutto economica senza eguali dal dopoguerra, i protagonisti della politica sono gli stessi, arroccati su quelle poltrone dai tempi della prima repubblica, con i pochi innesti derivanti dalla pseudorivoluzione liberale.

La politica è diventata per molti, quasi tutti invero, un modo di sostentamento, un lavoro, ove invece un lavoro non dovrebbe essere, anzi: dal lavoro (quello vero) si ottiene la cosiddetta aspettativa politica se eletti in parlamento. Per altri è diventata invece un modo per piegare il sistema delle leggi alla propria persona, a favore delle proprie esigenze aziendali. Un partito impudentemente rinominato con il nome dell’azienda delle origini, Forza Italia, dove i criticoni vengono licenziati senza giusta causa né possibilità di appello o sostegno del sindacato. Così funziona la politica per Berlusconi, ed il videomessaggio (che dovrebbe essere diffuso stasera) di un uomo di plastica che si avvicina agli ottant’anni, ma che da insulso aspetto fisico ne dimostra sì e no sessanta, non può che lasciare, ormai, indifferenti. Attaccherà le toghe, il leader di Forza Italia, ma forse avrà la decenza di lasciare cadere l’argomento della fiducia all’esecutivo, dando retta alle molte colombe del suo entourage troppo attaccate al bene del paese (leggi: alle loro poltrone) per lasciare che il governo cada.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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