Quartiere Keratsini, Atene. Fuori da un bar nasce una discussione su una partita di Champions League. In breve dal calcio si passa alla politica. E alla fine Pavlos Fyssas, un rapper di 34 anni militante di estrema sinistra e descritto dai conoscenti come antifascista, rimane steso al suolo.
L’aggressore un pluripregiudicato 45enne che dopo essere stato preso dalla Forze dell’Ordine afferma di sostenere Alba Dorata. I testimoni dell’aggressione a loro volta hanno sostenuto che il 45enne fosse in compagnia di un gruppo di persone vestite alla maniera dei militanti di Alba Dorata: maglietta del partito e pantaloni militari. Fyssas muore poco dopo in ospedale.
Ancora prima che trapelasse la notizia della vicinanza ad Alba Dorata da parte dell’aggressore, il portavoce del partito, Ilias Kasidiaris, ha preso le distanze dall’accaduto definendolo «un crimine efferato».
Michalis Avranitis, un deputato del partito, ha aggiunto: «Sì, quest’uomo si è dichiarato membro di Alba dorata, secondo quanto emerge, ma Alba dorata ha un milione di sostenitori: se in un ristorante due idioti ubriachi litigano e qualcuno viene accoltellato dovremmo guardare alla loro ideologia e attribuire a quello la responsabilità?».
Qualcuno in Grecia si sta rendendo conto del pericolo Alba Dorata, specie dell’ideologia dell’odio a cui si ispirano. Il ministro dell’Ordine pubblico, Nikos Dendias, è intervenuto sulla vicenda con queste parole «la democrazia ha bisogno di stabilità, coesione e responsabilità da parte di tutti» dichiarandosi “scosso dall’accaduto”. Ha aggiunto inoltre che l’uccisione, insieme con i recenti episodi violenti relativi ad Alba dorata «mostrano nel modo più chiaro possibile le intenzioni del gruppo neo-nazista».
Anche il portavoce dell’esecutivo, Simos Kedikoglou, ha fatto un intervento «invitiamo tutte le forze politiche a porre fine al circolo vizioso di tensioni e violenza».