Matteo Renzi,
puntuale come un orologio svizzero, ha criticato il probabile spostamento del Salone dell’Auto, organizzato da tal Andrea Levy, da Torino a Milano, bollandolo come una disgrazia 5 Stelle per il capoluogo subalpino. Prima di entrare nel merito della questione, Matteo Renzi è lo stesso Presidente di quel Consiglio dei Ministri che governava quando la Fiat Chrysler ha spostato la sua sede da Torino all’Olanda. E non c’è molto da aggiungere su personaggio ed intervento.
Entriamo ora nel merito.
Il Salone dell’Auto, negli anni Novanta e primi Duemila tenutosi nel complesso coperto del Lingotto, stile salone di Ginevra, negli ultimi anni si è trasferito, a Torino, nel Parco del Valentino. Il parco aristocratico della prima capitale d’Italia, così cementificato che va benone per ospitare automobili accese, motori rombanti, piccoli pseudo gran premi e rallies e altre iniziative all’insegna dell’inquinamento gommato e del pressapochismo, nella città più inquinata d’Italia.
Se il presidente del Salone non è disponibile al compromesso
per spostare, come da sensatissima mozione della consigliera di maggioranza Viviana Ferrero, l’evento da un parco ad un apposito complesso fieristico, la giunta non deve sottostare a ricatti e pressioni. Controtendenza e contro il suo stesso partito la risposta del sindaco Appendino, che voterà contro la mozione della sua stessa maggioranza.
Ferrero spiega così la decisione di abbandonare il Parco del Valentino per usi fieristici.
Difenderò in aula il mio atto: il Salone rimanga a Torino, ma non in un parco cittadino. Rivendico la natura ambientalista del M5S.
Tutti gli oppositori dei 5 Stelle si stracciavano comunque le vesti per lo spostamento del Salone del Libro da Torino a Milano. Fake news mai concretizzatasi. Vedremo cosa accadrà per questo evento.