TORINO – E’ arrivato anche lui alla fine: Matteo Salvini ha percepito il clamore che si stava creando intorno alle palazzine occupate dell’ex Moi e ha dovuto partecipare a questo galà politico. In piazza Galimberti a qualche centinaio di metri dal Moi si sono piazzati rappresentati e militanti di Lega Nord, Fratelli d’Italia e CasaPound. Davanti al Moi invece si è svolto un “presidio antirazzista”, organizzato dal comitato che dal 30 marzo 2013 ha “accompagnato” i profughi all’interno di queste strutture. Il comitato è composto per lo più da volontari e militanti dei centri sociali Gabrio e Askatasuna (palazzine occupate da persone che di una casa non ne hanno bisogno).
Abbiamo parlato con Giorgio, uno dei responsabili di questo comitato, che ci ha espresso il suo notevole disappunto sia sull’odierna visita di Salvini, sia sulla precedente visita della commissione comunale. Giorgio come la maggior parte dei ragazzi del comitato non è disposto al dialogo con le forze politiche che si oppongono al loro progetto, perché “lo fanno per strumentalizzare la condizione dei profughi”. Un paio di ragazzi somali ci raccontano, in un italiano abbastanza incomprensibile, la loro storia, vittime di una guerra e un caos creato da noi occidentali, non sanno chi sia Salvini e conoscono poco o nulla della politica locale. Dicono di vivere in pace e tranquillità nonostante le 600 persone provengano da diverse etnie, eppure alcuni fatti di cronaca ci avevano mostrato una realtà ben diversa, dove le risse (anche violente) erano diventate di casa.
A dividere le due fazioni un muro di polizia in assetto anti sommossa, “per evitare i disordini di Bologna“. Un po’ esagerato secondo noi. Dall’altra parte della palizzata poliziesca le opinioni sono ben diverse: Salvini si scaglia contro il sindaco Fassino che secondo lui, e non solo secondo lui, “dorme“. Il consigliere regionale della Lega Nord Alessandro Benvenuto insieme a Maurizio Marrone (consigliere regionale anch’egli) e Alessandro Boffa di Fratelli d’Italia ci dicono che la soluzione è una sola: censire gli occupanti del Moi per capire chi ha diritto allo status di rifugiato e chi no.
Anche il coordinatore regionale di CasaPound, Marco Racca, sta dalla parte della Lega, in quella che potrebbe diventare un alleanza a livello nazionale. Verso le 13 i ragazzi del comitato insieme ad alcuni degli occupanti si sono avvicinati al presidio leghista urlando insulti al megafono (del tipo “Salvini vaffanculo” o “Fascista pezzo di merda“). Un inutile teatrino dato che Salvini era andato via da un pezzo e il presidio ormai contava una ventina di persone. La situazione rimane dunque in stallo e ciò è dovuto in parte alla malgestione da parte del comitato di solidarietà, che si è chiuso a riccio di fronte a qualsiasi possibilità di dialogo e di trasparenza (ricordiamo che la commissione comunale non è stata fatta entrare negli alloggi dell’ex Moi).