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Sicurezza? L’Australia ci insegna la fragilità della vita (e l’importanza dei confini)

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«Andate a casa, abbracciate i vostri bambini e chiamate i vostri genitori, perché la vita è troppo breve e troppo fragile». Australia: un paese piegato dalla violenza.

Spesso accade che si indichi l’Australia come paradiso d’integrazione e di realizzata civiltà formatasi sull’immigrazione. A ben vedere, ben altre sono le componenti storiche che hanno fatto dell’Australia la terra multirazziale che é. Al principio i colonizzatori WASP hanno portato alla regina una terra vastissima e agli antipodi del mondo. Oggi quella terra, ancora facente parte dei regni di sua maestà la regina di Gran Bretagna, è ancora guidata dall’élite bianca e anglosassone. Soggiogata la civiltà aborigena stanziale, i nuovi schiavi sono i vicini del sudest asiatico e della Cina, che hanno invaso a ondate migratorie, a partire dalla seconda guerra mondiale e fino ad oggi, il paese. Vi sono stati tanti italiani in cerca di ventura e opportunità lavorative, è vero, ma anche tanti europei, italiani in testa, di là deportati nei campi di lavoro dei prigionieri dell’Asse. Colà poi trattenutisi per amore o per insufficienza di mezzi per tornare nel vecchio continente. Non proprio l’immigrazione all’acqua di rose che si immagina di qua dal mondo. Oggi la minaccia al Wasp è dettata dall’ondata islamica, in una società per nulla coesa, in uno dei luoghi più desolati e magnifici della terra.

Oggi per rispondere a quest’ultima ondata migratoria il governo ha approvato una delle leggi migratorie più repressive, ed una campagna mediatica da lasciare basiti gli Europei più radical chic. “NO WAY – you won’t make Australia home”: cioè, “nessuna possibilità: non farai dell’Australia casa tua”. Bambini, minori, famiglie, profughi: l’Australia non li accoglie. Appare davvero parossistico il riguardo al paragone fra le politiche di immigrazione di paesi formatisi sullo sfruttamento dell’immigrazione, paesi “d’immigrazione”, come gli States e tutti i paesi del continente americano, con le politiche d’immigrazione italiane. L’Italia è un paese non d’immigrazione, ma erede (negletto) di antica civiltà e paese d’emigrazione. Un paese non formatosi sull’immigrazione come l’Italia, si noti, ha politiche più lasche, nefastamente buoniste e male applicate, della civilissima Australia che respinge i clandestini a cannonate.
Queensland
In questa situazione di tensione che i media occidentali tralasciano accuratamente di riportare, le tragedie recenti che tutti bene conosciamo, a partire da quella del pazzo dell’Isis, per arrivare a quella odierna: otto bambini sono stati uccisi a coltellate in una casa nel quartiere di Manoora a Cairns, sulla costa nordest dell’Australia. [In foto: la bandiera del Queensland]. Una donna ferita è stata portata in ospedale. Lo rende noto polizia e media locali. La donna (34 anni) sarebbe la madre delle vittime, di età comprese tra i 18 mesi e i 15 anni. Al momento è ricoverata in condizioni stabili ed è stata ascoltata dagli investigatori. I cadaveri sarebbero stati scoperti dal fratello più grande, 20 anni. 

«Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata, forse non è altro che un fragile vetro.», scriveva Mishima Yukio.

E’ paradossale che tale assurdo ed inconcepibile atto di violenza che piega seriamente gli animi degli australiani (e non solo) alle soglie del periodo delle feste natalizie giunga dopo le dichiarazioni del premier Tony Abbott che si era detto (due giorni fa) pronto a lavorare instancabilmente per la sicurezza del paese.  ”L’Australia lavorera’ senza sosta per la migliore sicurezza possibile”. Parole che giungono due giorni dopo il sequestro di ostaggi alla cioccolateria Lindt di Sydney conclusosi con l’uccisione del sequestratore e di due ostaggi. Il primo ministro ha annunciato l’apertura di un’inchiesta ufficiale sul sequestro di ostaggi di Sydney, assicurando che lavorera’ senza sosta perche’ gli australiani vengano messi in condizioni di sicurezza. 
A questo punto le parole del premier dello stato federale australiano del Queensland ove la tragedia ultima si è consumata, siano di monito: «Andate a casa, abbracciate i vostri bambini e chiamate i vostri genitori, perché la vita è troppo breve e troppo fragile (…) Vi chiedo di stare vicino a chi nei prossimi giorni ne avrà bisogno e non esitate a richiedere aiuto psicologico».
Freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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