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Fassino celebra l’India, mentre i marò rimangono ostaggio del governo di Nuova Dehli

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Torino ha accolto da ieri il festival dedicato alla cultura indiana chiamato “Darbar-India in danza“. Un evento organizzato dal MAO (acronimo di Museo d’Arte Orientale, ma rievocatore di oscuri periodi) e patrocinato dalla Regione Piemonte. “Un mese di spettacoli, conferenze, attività e una mostra fotografica sulla via della danza classica indiana” come recita il sito ufficiale.

Dunque la Regione Piemonte con l’avvallo del Comune di Torino ha deciso di investire i propri soldi in quella che parrebbe una ludica e affascinante iniziativa culturale. Parrebbe, non fosse per le vicende internazionali che negli ultimi anni hanno portato il governo indiano a scontrarsi con quello nostrano, dimostratosi attore molle e goffo. La vicenda dei fucilieri della marina italiana tenuti ingiustamente in ostaggio dall’India non è infatti ancora finita. Massimiliano Latorre si trova ora in Italia, ma solo temporaneamente, per curare l’ischemia, Salvatore Girone invece è rimasto sotto la giurisdizione del governo di Nuova Dehli.

Una situazione che è stata presa sotto gamba da tutti, dal nostro governo in primis, dai media e anche dalla stessa popolazione. L’autorizzazione concessa senza se e senza ma per quest’iniziativa culturale conferma la posizione d’ignavia che i nostri politici ricoprono in merito; sarebbe bastato un annuncio prima del “via alle danze” che ricordasse come l’attuale politica indiana stia agendo in spregio alle più basilari norme di diritto internazionale, e che la manifestazione celebra la storia e la cultura di un India ben distante da quella attuale.

Niente di tutto questo, Torino sembra fregarsene altamente dei due soldati ingiustamente prigionieri di un altro Paese. Già Fassino rimosse lo striscione esposto a Palazzo Civico per i marò e continua a rinviare la discussione per la concessione della cittadinanza onoraria agli stessi, ora si decide addirittura di celebrare quel paese che li tiene in ostaggio.

Immaginiamo solo la sensazione provata dai due fucilieri nel vedere il capoluogo sabaudo sventolare a festa bandiere indiane, meglio stendere un velo pietoso sulla vicenda. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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