Home / In Fuorigioco / La Juve decide di non bere in coppa

La Juve decide di non bere in coppa

Condividi quest'articolo su -->

Strana partita quella del Vicente Calderon, con la Juve che ha operato per quasi tutta la gara un predominio territoriale stile Barcellona fatto di tanti, troppi tikitaka ma senza mai fare un tiro in porta, mentre la squadra del Cholo si è limitata a mettere un bel muro in difesa e, quando ne ha avuto l’occasione, a ripartire senza scoprirsi. Alla fine i biancorossi, nell’unica azione veramente pericolosa di tutta la partita, sono riusciti a bucare la porta difesa da Buffon grazie ad una deviazione vincente sotto porta di Arda Turan che, guarda caso, alla fine sarà il migliore in campo.

 

La Juve, forse pensando alla classifica e al fatto che l’Atletico fosse ancora a zero punti dopo la sconfitta patita ad Atene, ha con molta probabilità tirato i remi in barca puntando al risultato di pari anche, ma forse soprattutto, per risparmiare energie in vista della partita di domenica contro la Roma. Una scelta questa che ricorda un po’ quello che era già successo l’anno scorso con la decisione di concentrare tutte le energie per raggiungere il terzo scudetto consecutivo. Ma una scelta che, come abbiamo visto stasera e come purtroppo si è visto appunto l’anno scorso, continua a non premiare e rischia di relegare ancora per molto tempo il nostro calcio nelle retrovie continentali.

 

La Juve, se vuole finalmente rientrare nella storia del calcio europeo come le compete per blasone e per diritto, deve abbandonare una volta per tutte questo atteggiamento sparagnino da freno a mano tirato che in modo incredibile sta adottando da diversi anni  quando si tratta di giocare all’estero. Non siamo molto distanti dalla realtà se a questo punto, dopo tre campionati italiani vinti senza uno straccio di trofeo internazionale ad arricchire la già gloriosa bacheca della vecchia signora, pensiamo che i tifosi bianconeri vogliano finalmente ambire alla coppa dalle grandi orecchie anche se, così facendo, probabilmente non si vincerà il quarto scudetto consecutivo. Se, come quelli che di calcio se ne intendono continuano a sostenere, non ci saranno mai energie sufficienti per riuscire ad affermarsi sia in Europa che in Italia, forse sarebbe il caso, una volta per tutte, di fare una scelta finalmente coraggiosa puntando al traguardo di gran lunga più prestigioso.

 

A giudizio di chi scrive infatti non c’è paragone tra il nostro striminzito scudettino nostrano da campionato di provincia quale indubbiamente in questo momento è il nostro e la Champion’s. Continuiamo a sostenere a spada tratta che sarebbe addirittura meglio arrivare anche solo secondi con il titolo di vice campioni d’Europa piuttosto che vincere e rivincere un titolo italiano che, allo stato attuale delle cose, a livello europeo vale poco o nulla. Così stanno le cose, anche se fa male ammetterlo, e continuiamo a pensare che l’unica vera gloria sia quella di sollevare quella magica coppa al cielo perché se ci riesci entri veramente nella storia e nelle leggenda e…almeno  l’altra squadra regina del campionato sembra averlo capito andando a dire la sua in terra inglese.

 

Ripetiamo, è una questione di mentalità del nostro calcio nostrano dura a morire, anzi quasi genetica: un calcio che continua ad essere propositivo e spietato quando si tratta di giocare dentro le nostre rassicuranti mura ma che diventa improvvisamente timido, timoroso e impacciato quando occorre andare oltre mare…per la serie: è meglio accontentarsi di raccogliere qualcosa di sicuro in Italia piuttosto che andare a rischiare fuori. Un rischio che la Juve, dopo le decine e decine di scudetti già vinti, potrebbe finalmente decidersi di correre.

 

La partita per quello che concerne la cronaca vera e propria può essere riassunta in tre righe con un tiro di Mandzukic al 25° che Buffon neutralizza abbastanza facilmente e con la deviazione vincente di Arda Turan al 74°. Per il resto, a parte i primi dieci minuti iniziali del secondo tempo che hanno visto l’Atletico finalmente propositivo, abbiamo assistito ad un’ inutile quanto stucchevole melina bianconera che, come volevasi dimostrare, non ha portato a nulla se non ai primi tre punti per i Colchoneros del Cholo. Ora, dopo la vittoria del Malmoe contro i greci, le quattro squadre del girone sono tutte a tre punti con la Juve in leggero vantaggio per via della differenza reti. Quindi tutto ancora a posto e niente ancora di compromesso, a patto che qualcuno nella squadra che ha vinto più scudetti di tutti si decida a cambiare atteggiamento e ad andare, anzi a tornare,  finalmente a lezione di lingue straniere: imparare i vari dialetti italiani può essere utile e istruttivo ma se vuoi fare veramente carriera devi incominciare a dimenticare l’italiano o almeno a metterlo un attimo da parte.

 

Atletico Madrid 4-4-2: Moya, Ansaldi, Godin, Miranda, Juanfran, Koke, Tiago, Arda Turan (Siqueira), Saul (Griezman),Raul Garcia, Mandzukic (Mario Suarez), all. Diego Pablo Simeone;

 

Juventus: Buffon, Caceres (Pereira), Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner (Giovinco), Vidal (Morata), Marchisio, Pogba, Evra, Tevez, Llorente, all. Allegri;

 

Arbitro: Brych (Germania)

 

Migliore Atletico: Arda Turan 6,5;

peggiore Atletico: Griezman 6;

 

Migliore Juventus: Marchisio 6,5;

Peggiore Juventus: Evra 5;

Condividi quest'articolo su -->

Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

Cerca ancora

Il Bologna ferma il Milan e riapre il campionato

Il Bologna esce indenne dal campo di San Siro e il Milan si deve accontentare …