TORINO – Quando ci recammo presso il CIE di Torino, l’anno scorso, trovammo liquami, scritte, foglie bruciate e i muri di cinta, più alti che mai, racchiudevano una realtà deprimente, quando all’interno le rivolte e gli incendi dei clandestini erano all’ordine del giorno. Da allora la situazione non è cambiata, nonostante le varie misure per contenere la collera degli immigrati, quali, ad esempio, l’imbullonatura dei tavoli e delle sedie della mensa, che venivano lanciati come nel saloon del più violento film western. Ieri sono esplose alcune bombe da ricondurre con tutta probabilità ad un intervento anarchico atto a fare evadere i clandestini.
A seguito di tali e tante rivolte ieri i consiglieri comunali e Beppe Grillo hanno fatto una visita al CIE di Torino, uscendosene con qualche slogan e qualche facile soluzione, non ostante, pare, di soluzioni per ora non ve ne siano all’orizzonte. Su 210 posti, solo 98 sono utilizzabili: meno della metà: oggi, nel Cie sono ospitati 73 uomini e 12 donne.
A Torino, – spiega il consigliere della Lega Nord Fabrizio Ricca – ogni trattenuto nel centro di identificazione ed espulsione costa circa 1400 euro al mese, cifra che comprende, oltre a vitto e alloggio, un budget giornaliero di 3.5 euro, ricariche telefoniche, tv, radio e giornali”. E la mensa continua ad erogare puntualmente il pranzo e la cena agli ospiti irrequieti. La spesa più grande, tuttavia, è quella relativa alle devastazioni che vengono poste in essere a cadenza ormai quasi mensile.
Come al solito i consiglieri affermano posizioni incompatibili e talvolta estreme: Sel non propone soluzioni per mezzo del cons. Grimaldi, tuttavia inneggia alla chiusura immediata del CIE, e dall’altra parte la Lega Nord è per il rinforzo di tali strutture. La domanda, di carattere umanitario, è sempre la stessa: che diritto abbiamo noi di tenere come dei reclusi degli immigrati?. E la risposta è ancora, sempre, la stessa, ma non risolve niente: come ci comportiamo contro questi uomini, donne e bambini immigrati clandestinamente nel nostro paese? La questione è apertissima, e ogni idea è la benvenuta. La Sala Rossa non sembra ad oggi in grado di trovare una soluzione adeguata all’imponente problema, mentre la guerriglia anarchica avanza a passi troppo decisi.