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I Papi e l’Anno della Fede

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A fine novembre, con esattezza il 24 novembre, si concluderà l?Anno della Fede. Aperto da Benedetto XVI, l?11 ottobre 2012, sarà concluso da papa Francesco, alla solennità di Cristo Re. E? stato indetto per aiutare i credenti ad approfondire il proprio rapporto con Dio, e per celebrare i 50 anni dall?apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II; era l?11 ottobre del 1962.

Potrebbe venire alla mente un parallelismo tra i papi di allora e quelli di oggi. Si ricordi che il Concilio fu indetto e aperto da Giovanni XXIII ma concluso da Paolo VI; difatti, come il primo, Bendetto XVI ha aperto e Francesco, come il secondo, concluderà. Ovvio, il concilio è “l?Evento storico” per eccellenza. L?anno della fede rimane comunque significativo, per essere spazio della sua recezione. Varrebbe la pena chiedersi quanto sia stato recepito, ma si riserva ciò per un articolo futuro. Per ora, è importante guardare ai Papi, che hanno saputo portare frutto in questo anno. Leggendo la lettera apostolica in forma di Motu Proprio Porta Fidei, attraverso cui è stato indetto l?anno della fede, si comprende che i cattolici devono riscoprire le proprie radici cristiane, oltre a dare contributi culturali e umani al bene comune, sulla scia di quanto auspicava Giovanni Paolo II a Loreto nel 1987. Sicuramente, Benedetto XVI ne dati molti, prima e dopo il 2012;  si pensi alla dignità che ha ridato alla teologia, che come ricorda la sua risposta al matematico Odifreddi: essa lega la ragione alla fede e la fede alla ragione. Si pensi specialmente al suo amore per la centralità di Cristo nella vita della Chiesa e dei credenti: il suo ritiro è avvenuto interrogando la propria coscienza di fronte a Dio. Poi è arrivato Papa Francesco. I suoi sono modi più pastorali, ma non meno profondi e cattolici del predecessore; con buona pace di Scalfari. Il suo dialogo con il mondo contemporaneo post-cristiano, rappresentato in parte dai laicisti-chic de La Repubblica, dimostra di vera ricchezza della Chiesa: la povertà. Papa Francesco ha scritto a e incontrato Scalfari non per aperture da modernismo ecclesiologico, bensì per raggiungere la periferia esistenziale in cui si trova il giornalista e fargli assaggiare un attimo di pace in Cristo. E lo ha fatto incidentandosi un poco, ma solo perché è troppo mediatico e non in rottura con la tradizione bimillenaria della Chiesa. Socci lo ha detto, è il Papa che ha firmato con Benedetto XVI l?enciclica Lumen Fidei. Scalfari è stato furbo e ha approfittato del fatto che il Papa fosse più Bergoglio che Pietro; ma solo perché in un momento di intimità fraterna. Ma quando torna Papa è colui che, rispettando il Vaticano II, coinvolge laici e clero per i temi più delicati, come l?omosessualità e la comunione ai divorziati e ai risposati. I primi sono stati coinvolti con un questionario inviato in ogni parrocchia, i secondi con la richiesta di dedicare la terza assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, in programma nel 2014, alla famiglia. Repubblica, il 6 novembre, ha ovviamente inteso la cosa con democraticità e collegialità dal significato troppo esteso ( il Papa conta meno e i vescovi di più). E? vero che il Papa vuole coinvolgere di più il laicato e il clero ma per viverci in comunione, senza scomparire, specialmente nella collegialità. Si vada alla Nota Esplicativa Previa che si trova in calce alla Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, approvata dal Concilio e dal Papa Paolo VI, nella quale si ribadisce che con “collegialità” si intende unione dei Vescovi con il Papa, senza il quale il collegio episcopale non ha alcuna potestà.

Questi sono alcune delle azioni che Bendetto XVI e Francesco hanno compiuto, ma chi scrive spera di aver preso le più immediatamente significative, per dimostrare che hanno rispettato quanto scritto nella Porta Fidei. Prima di concludere rimane una domanda: Pietro ha indicato e si è incamminato sulla via da percorrere per uscire dalla crisi umana del XXI secolo, il laicato cattolico è pronto a seguirlo?

 Venerdì 15 novembre, sant’Alberto Magno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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