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Ennesimo sciopero Gtt…questa volta a sorpresa!

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TORINO – Quando ci viene ripetuta fino alla noia la solita frase “chissà cosa pensano di noi all’estero”, ci viene in mente, più che certuni imprenditori in politica, il servizio del trasporto pubblico torinese. 

Perché di questo si staranno veramente sbellicando a più non posso i nostri “fratelli” del continente, d’altronde è difficile immaginare altra reazione a fronte di scioperi che si susseguono quasi settimanalmente.

Oggi è stato proclamato l’ennesimo, stavolta quasi in silenzio, come per fare la sorpresa del lunedì ai poveri torinesi che mesti dovranno scegliere la via pedestre o peggio ancora quella dei taxi.

Questo triste andazzo è in atto da circa un anno e mezzo, periodo in cui si è iniziato a parlare in Sala Rossa della possibile privatizzazione, o meglio svendita, del trasporto pubblico locale. Questo è stato il pretesto per le solite lobby sindacali di manovrare i lavoranti Gtt per accaparrarsi qualche iscrizione e qualche soldo in più, perché questo ormai fa la maggioranza dei sindacati in Italia.

Peccato però che la strategia del ritaglio vacanza infrasettimanale non abbia minimamente impedito ai piani alti del Comune di proseguire nel loro intento di vendere al miglior offerente il trasporto, ora di proprietà per lo più pubblica. Anzi se fino a poco tempo fa sarebbe stato possibile trovare un alleato nella popolazione, molto sensibile ai temi delle privatizzazioni selvagge (come abbiamo potuto constatare nell’ultimo referendum sull’acqua), ora invece i cittadini ne hanno le tasche piene di Gtt, dei suoi disservizi e dei suoi rincari.

Come si può dargli torto d’altronde? Il prezzo del biglietto è aumentato quasi del 50% e non ha intenzione di fermarsi, le attese continuano ad essere infinite, senza contare i numerosi guasti che si sono susseguiti nelle linee metropolitane, creando incalcolabili danni ad onesti lavoratori. Ora oltre alle inefficienze d’apparato dell’azienda in se, ci si mettono pure i sindacati che dall’esterno sobillano ingenui lavoranti per precisi scopi politici (di natura ovviamente privatistica).

L’unica cosa che possiamo augurarci è che gli addetti Gtt non cadano nel tranello del “lavoro un  giorno in meno” perché questo non farà altro che allontanare la cittadinanza dalla questione e potrebbe così lasciare l’azienda da sola, senza aiuti, di fronte ad un inesorabile collasso.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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