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Manifestazione contro l’aggressione islamica e la Shari’a

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TORINO – C’è sempre una zona d’ombra dietro ai grandi proclami, una realtà nascosta messa da parte per far spazio alle grandi dichiarazioni che fanno sempre tanta gola ai media, pronti a commercializzarle a velocità sconsiderata.

Torino sarebbe secondo alcuni città d’integrazione, di dialogo e d’incontro di culture diverse e lontanissime, i cui due quartieri San Salvario e Porta Palazzo rappresenterebbero i cuori pulsanti di questo nuovo e “straordinario” inizio di un futuro inesorabilmente multiculturale.

L’unico ostacolo a questo idilliaco avvenire sarebbe, per i profeti di cui sopra, il razzismo che continua ad albergare nelle menti destroidi e xenofobe di chi si trova ad ospitare i migranti, ed ecco così che inizia il martellamento mediatico su fatti di ordinaria violenza fatti ricadere in ogni modo nella categoria di episodi “razzisti“. I vati del multiculturalismo dimenticano, per ignoranza o per voluta scelta, che l’incontro di culture si tramuta spesso in scontro, creando fenomeni di ghettizzazione e disintegrazione del tessuto sociale, che trascendono il semplice razzismo. Basta dare un’occhiata ad alcuni quartieri delle città americane, sogno del melting pot, per notare l’elevatissimo tasso di violenza.

Allo stesso modo i quartieri di Porta Palazzo e San Salvario a Torino possono offrire scenari di impensabile violenza, non per razzismo o discriminazione, ma per una semplice visione del mondo antitetica. L’aggressione avvenuta nei confronti del cristiano copto (http://elzeviro.net/2013/07/20/torino-non-osserva-il-ramadan-aggredito-a-catenate/) da parte di alcuni praticanti islamici è un esempio di come due culture, una delle quali non può transigere l’inosservanza delle leggi coraniche, possano “incontrarsi” solo attraverso la violenza. Oggi è stata così organizzata una manifestazione dall’associazione “Salviamo i cristiani“, il cui vice presidente è Sherif Azer proprio la vittima dell’aggressione, per dare un segnale alle autorità cittadine e regionali della pericolosa deriva che potrebbe prendere piede in zone a rischio proprio come Porta Palazzo.

Saranno caldamente invitati a partecipare il sindaco Piero Fassino e il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota; i quali, in particolare Fassino, potranno finalmente mettersi umilmente a confronto con chi non vede nel mescolamento di culture una semplice festa, ma consapevole di tutti quei fattori (storici,psicologici,geografici ed antropologici) che potrebbero entrare in gioco, vuol trovare il giusto percorso per lo sviluppo del proprio paese.

Si segnala anche la presenza di Magdi Cristiano Allam, lui che ha vissuto in prima persona l’esperienza dell’incontro/scontro tra due culture differenti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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