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Sono i centri sociali a decidere chi può manifestare in città

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TORINO – Proprio loro che da sempre si ergono a paladini dell’antiamericanismo globalizzante si comportano invece nel perfetto di stile di una lobby tipica dei quartieri alti d’oltreoceano. 

Così nel capoluogo piemontese viene violato uno dei, o forse il principio più legittimo del sistema democratico, ovvero il diritto di critica, quella facoltà accordata a tutti i liberi cittadini di poter esprimere il proprio dissenso in termini pacifici, senza che ciò ovviamente vada ad intaccare la libertà altrui.

Nel giorno in cui il ministro Cecile Kyenge faceva visita a Torino in occasione dell’assegnazione della cittadinanza civica a 700 bambini stranieri, in un’ottica propagandistica dello ius soli, Fratelli d’Italia, con a capo Maurizio Marrone, aveva richiesto il permesso alla questura per poter esprimere il proprio dissenso attraverso una manifestazione.

Tuttavia la risposta arrivata dai piani alti della polizia lascia di stucco, non tanto per il divieto di manifestare  quanto per le ragioni di un simile divieto: “E’ stata annunciata dagli esponenti dell’antagonismo torinese l’intenzione di dare luogo ad una contestuale contro manifestazione avverso le posizioni assunte dai promotori della suddetta manifestazione di protesta sui contenuti della cerimonia ufficiale. Dunque rilevata l’esigenza di dare attuazione al diritto di manifestare prescrive per motivi di ordine pubblico di astenersi da qualsiasi forma di movimento“.

In pratica la sana dialettica che porterebbe con sè una democrazia compiuta, ovvero “non sono d’accordo e ti spiego perché” e “non sono d’accordo della tua spiegazione riguardo al tuo non essere d’accordo“, viene del tutto a mancare, favorendo così unilateralmente l’iniziativa del sindaco appoggiata dal ministro Kyenge, che non  subiranno una critica che sarebbe dovuta arrivare.

La realtà che così ci viene consegnata risulta completamente distorta, e questo a causa della paura che due manifestazioni dall’opposta ideologia possano degenerare in scontri violenti…ma allora siamo arrivati al paradosso che basta semplicemente proporre una contro manifestazione per negare al rivale politico la libertà di esprimersi? Oggi così è stato a Torino e l’iniziativa di Fassino avrà un’ingiusta immagine, causata dalla mancata presenza di chi non la pensa come lui.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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