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Giacca si o giacca no: ecco i dilemmi del Comune più indebitato d’Italia

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TORINO – In una Sala in cui si dovrebbe discutere di come ripianare il buco del bilancio che pesa non solo sulle tasche dei torinesi, ma anche sulle casse statali, diventa invece prioritario stabilire l’obbligo o meno dell’uso della giacca.

Ha ragione chi sostiene che il marcio si trovi proprio nelle amministrazioni locali, è li infatti che spesso ci troviamo di fronte a manifestazioni di assoluta imbecillità umana, perché solo in questo modo possono essere definite le “azioni” intraprese da taluni “impiegati” del Comune di Torino.

Quest’oggi l’argomento di Palazzo Civico non è stata l’emergenza rom, alla quale oltre a noi poche altre testate stanno dando la giusta rilevanza, e nemmeno il problema dell’inquinamento che ha dato a questa città la medaglia d’argento tra quelle più inquinate d’Europa; all’ordine del giorno vi è invece la revisione del regolamento del Comune, ovvero una discussione sulla modifica di alcune formalità.

Sarebbe normale e logico revisionare il regolamento comunale nel momento in cui questioni ben più impellenti fossero state risolte e definitivamente archiviate, peccato che evidentemente i consiglieri volessero invece prendersi una bella pausa di riflessione su debito pubblico e quant’altro per potersi fare una chiacchierata in amicizia su tematiche più “leggere“.

Così ci ritroviamo di fronte alla grottesca battaglia del consigliere Ferdinando Berthier (consigliere eletto a seguito dell’esclusione di Martucci, e proveniente dalla lista civetta “Domenico Coppola“, in pratica non eletto dai cittadini), il quale pretende “un abbigliamento consono” anche per le donne che occupano Palazzo Civico, ovvero chiede l’obbligo del completo elegante anche per le esponenti del gentil sesso.

Davanti a simili discussioni a fronte di una situazione economica così scoraggiante non possiamo che spalancare di stupore la nostra bocca e chiederci verso quale limite tra comico e tragico si voglia arrivare nei piani alti della giunta Fassino. Un pensiero va a tutte le vittime di questa crisi finanziaria, dagli imprenditori alle famiglie che devono così sorbirsi questi beceri teatrini messi in atto da politicanti illustri sconosciuti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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