Che uno dei periodici del secondo gruppo editoriale italiano si esprima senza mezzi termini ingenerando una assimilazione tra sovranismo e suprematismo (bianco) è qualcosa che, prima di eventuali profili di illegalità, serba un errore concettuale, una misconcezione (volendo piegarsi agli anglicismi tanto in voga) tanto azzardata quanto pericolosa.
L’articolo, a firma di un tal Giuseppe Genna, è intitolato:
Ma quale sovranismo: cominciamo a chiamarlo nazismo
Già di per sé, da mettersi le mani nei capelli per il paragone assurdo tra certi comportamenti terroristici a cui si riferisce l’autore e il nazismo, entità criminale certo, ma totalmente istituzionale. Sul paragone del nazismo con il sovranismo, cioè con quella politica che in Europa si appresta ad essere la prima entro pochi mesi, e che già è prioritaria nel nostro paese, poi, non c’è niente da dire. L’approssimazione e la fakenews sono presto servite.
Nel corpo dell’articolo sono riportati quei personaggi, squilibrati e terroristi, come Breivik o Tarrant, l’assassino di Christchurch. Persone che si rifanno all’ideologia del white power e della cosiddetta supremazia bianca.
Problema:
dopo poche righe Giuseppe trasforma il suprematista bianco in “sovranista bianco”.
Risaputo è ormai come la stampa mainstream sia schierata in modo massiccio, forse unanime, nei confronti della concezione liberaldemocratica che accorpa le esternazioni parlamentari di natura berlusconiana e piddina, sostenendole in modo gagliardo in chiave antigovernativa.
Giuseppe però va qui oltre i limiti del consentito, propagandando un accostamento inaccettabile, illegale, oltre ogni decenza e – naturalmente – totalmente scevro di qualsivoglia onestà intellettuale. Già l’assimilazione della compagine governativa tutta a una formazione sovranista “governo sovranista” non è giusta, sicché solo la composizione più ristretta del governo, quella verde, si definisce agevolmente sovranista. Non così il Movimento Cinque Stelle.
Il diabolico meccanismo
susseguente è quello che equipara il sovranista al suprematista e al nazista. Si sa bene come la macchinazione del vocabolario e della semantica sia in uso da parte della narrazione politica dominante (ricordate Macron che recentemente voleva – in uno dei suoi deliri da Maria Antonietta – unire i significati di antisionista e antisemita?).
Qui però giornalista e direttore dovrebbero rettificare e chiedere scusa, perché è difficile che la “confusione” sia davvero tale. Si pena che non ci sia proprio niente di sbagliato, nessun errore nella mente di chi sta a discettare ore ed ore sul linguaggio più “politicamente corretto” possibile. Questo è quello che intendevano. Prendiamo nota. Se tutti i quotidiani d’Italia sono oggi letti da meno dell’1% della popolazione. Un motivo, alla fin fine, ci sarà.
Vediamo cosa dice la Treccani sul sovranismo:
Posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovranazionali di concertazione
Il suprematismo bianco è invece – come noto – quell’aggrumarsi di fanatici ritrovatisi sul web e molto diffusi negli Stati del Sud degli USA, dove regnano razzismo ed ignoranza, e che propugna, tra le altre odiose ideologie, quella antisemita.
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