Home / Altre rubriche / Bagattelle / Se non ci sono altre parole che quelle della contrapposizione radicale

Se non ci sono altre parole che quelle della contrapposizione radicale

Condividi quest'articolo su -->
BAGATTELLE
I “cattivi” fanno ciò che i “buoni” sognano.

L’assalto, nella notte tra lunedì e martedì, al cantiere di Chiomonte ha rappresentato un inequivocabile segno di innalzamento del livello dello scontro. Chiarissime le parole del procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli: “si è assistito a una vera azione di guerra. Un’azione militarmente organizzata nei dettagli, con un lancio di una quantità industriale di molotov. Non si può far finta di niente. Solo per un caso non c’è scappato il ferito o addirittura il morto. Bisogna intervenire, non può essere solo un problema della magistratura. Devono essere messi in campo interventi adeguati”.

L’assalto, va ricordato, segue di pochi giorni l’aggressione ad un lavoratore del cantiere. Il camion che stava conducendo è stato preso a sassate e l’operaio è rimasto ferito. Un episodio non isolato, per altro, perché le minacce a quanti lavorano nel cantiere sono frequenti.

Non si è levata alcuna dissociazione sostanziale, rispetto all’azione di guerriglia, da parte del movimento No Tav, dei suoi più autorevoli rappresentanti.

L’aggressione al lavoratore è stata, con evidente fatica, ufficialmente condannata. Molte voci “pesanti” dell’universo trenocrociato, però, l’hanno sostanzialmente giustificata. Si legga quanto scrive sul suo blog Fabrizio Salmoni (Maverick): “i pochi “operai” del cantiere di Chiomonte si fanno strumento della loro stessa controparte, tradiscono la propria comunità e la loro terra, piagnucolano ogni volta che incappano in qualche “incidente”, si fanno difendere dalla polizia e si macchiano di comportamenti abbietti e antisolidali (ricordate quelli che continuavano a lavorare mentre Luca Abbà era a terra o quelli di loro che tirano pietre ai dimostranti o li fotografano ad uso della Questura?). Ebbene essi sono la dimostrazione di quanto facilmente un uomo si possa vendere per trenta denari maledetti e subito a chi è responsabile primo della sua condizione di affamato. Come se poi fossero gli unici ad avere fame e a patire la crisi economica. La loro scelta egoista individuale li mette fuori dalla loro comunità e li condanna meritatamente a una difficile convivenza sul territorio. Quel loro essere “operai” non pulisce le coscienze”.

I lavoratori vengono visti come avversari. Ci si bea, invece, del plauso della borghesissima “gauche caviar“. Ha ragione da vendere il senatore democratico Stefano Esposito quanto dice che per “cantanti come Caparezza e Fiorella Mannoia sventolare la bandiera dei No Tav dal palco di Torino è diventato il loro coccodrillino della Lacoste”. Ed il fronte di starlette dal pavloviano appoggio ai trenocrociati si ingrossa di continuo. Il regista Gabriele Salvatores, per citare l’ultimo caso, ha annunciato di voler girare un film su quella che chiama “resistenza popolare in Val Susa”.

Tanto sul fronte istituzionale quanto nelle forze politiche che fiancheggiano l’opposizione al treno veloce, oltre che nel corpaccione del Movimento No Tav, non si riescono più a frequentare categorie e trovare parole che sostanzino una condanna. Per anni si è spinta la narrazione della resistenza al sopruso. Ora, a cantiere iniziato, non si ha la forza intellettuale e politica per non giustificare la violenza. Se il treno è il nemico assoluto, i lanciatori di molotov sono dei partigiani che fronteggiano il sopruso ed i sopraffattori. Le parole sono (diventate) pietre. Ed anche qualcosa di più, e peggio.

All’indomani della sparatoria di fronte a Palazzo Chigi, d’altronde, in Valle [Bussoleno] sono comparsi manifesti che inneggiavano a Preiti. Il Movimento No Tav sguazza, con stolto piacere, nel suo essere diventato un simbolo di un’opposizione radicale al sistema. [Anche gli anarchici torinesi, sostenitori accaniti e spesso anima del movimento NoTav hanno inneggiato a Preiti.

Non si distinguono (anzi!) i “cattolici no tav“, radunati nel gruppo “Cattolici per la Vita della Valle”. Sono, se volessimo citare Testori, “con stupida allegria cattolica”, reclusi volontari, demolito ogni riferimento alla tradizione, nell’egemonia culturale di estrema sinistra e pentastellati.

Non ci sono più parole altre. Comanda l’ideologia. Volano le pietre.

Marco Margrita twitter @mc_margrita

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Normativa sul Green Pass: quando la certezza del diritto va a farsi benedire

E` caos tamponi e green pass: milioni di cittadini lasciati a sé stessi Da sempre …