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Rassettare il Piemonte

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TORINO – Ieri, 29 agosto, Palazzo Lascaris è stato sede inizio dei lavori che porteranno al riordino previsto dal governo nel processo di revisione della spesa, la spending review. Quello stesso riordino che il governatore del Piemonte ha dimostrato più volte di non gradire, ritenendo inaccettabile che da Roma, parole di Cota, si ridisegni la cartina geografica a tavolino.

Ecco allora che saranno i Piemontesi a stabilire il futuro geografico, e anche politico, della regione. Il primo incontro di ieri è stato la presentazione del piano di lavoro per giungere all?agognato risultato che da Roma ci s?impone.

Al di là delle varie posizioni politiche, mi auguro che il Piemonte possa giungere ad una soluzione prima del termine ultimo imposto dalla legge” ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Valerio Cattaneo. Il presidente del Consiglio regionale ha definito senza mezzi termini la riforma come “epocale“, aggiungendo: “davanti alla decisione del governo di rinunciare all’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei relativi Consigli sono personalmente dispiaciuto. Il nostro lavoro dovrà perciò essere quello di individuare i margini di miglioramento dei criteri fissati dalla legge approvata e quali saranno perciò gli spazi per le proposte di riordino che le Regioni dovranno inviare al governo“.

Nonostante la paventata sveltezza, Cattaneo e il Consiglio tutto debbono fare i conti con tre stringenti scadenze temporali: entro il 2 ottobre dovrà essere redatta la proposta ufficiale del Consiglio delle autonomie locali del Piemonte (CAL), il 3 ottobre la proposta in questione dovrà essere trasmessa alla Regione Piemonte, che avrà a disposizione venti giorni (entro il 23 ottobre) per la proposta ufficiale al governo.

Sulla questione si eprime in questi termini il presidente del Cal Piemonte, Carlo Riva Vercellotti: “Abbiamo poco più di un mese per redigere la proposta sulle nuove Province del Piemonte, siamo pronti alla sfida della creazione di istituzioni intermedie fra Comuni e Regione per il governo in aree vaste delle importanti competenze che gli sono attribuite: politiche per l’ambiente, programmazione territoriale e delle infrastrutture e dei trasporti, edilizia scolastica per le scuole secondarie. In questa prima seduta è importante fornire una corretta ed efficace informazione anche per preparare al meglio i lavori della seduta congiunta con il Consiglio regionale del Piemonte, appuntamento molto importante, che si terrà lunedì 10 settembre“.
Nella riunione di ieri a Palazzo Lascaris è emerso l?augurio, che fino alla proposta reale resta tale, che la razionalizzazione degli enti non si riduca ad un mero inglobamento di amministrazioni e cancellazione di confini geografici, bensì che si possa eseguire sull?onda di un criterio di omogeneità e parità dei territori, in base a quei criteri imposti dall?alto, ma senza scontentare nessuno nei limiti del possibile.

Il lavoro, da cui deriva, lo ribadiamo, l?assetto geo-politico della regione pedemontana, non sarà scevro di difficoltà ed al suo termine saranno calorosi i risentimenti e numerose le acredini. Il riassetto istituzionale deve contemperare due esigenze fondamentali e difficilmente assimilabili: si dovrà accrescere la competitività del Piemonte in ottica nazionale, europea e pure in ottica macro-alpina, particolarmente cara, quest?ultima, al governatore. Tuttavia queste innovazioni geografico-amministrative e politiche dovranno evitare di trascurare i punti nodali e storici della regione stessa (vengono subito in mente i centri monferrini di Asti e Casale), scansando il pericolo concreto di lasciare soli quei centri storici, politici, amministrativi, giuridici, che sono e saranno trapassati dalla spending review. Scontentare nessuno sarà impossibile: bisognerà tuttavia trovare a livello di patrocinio regionale dei metodi di promozione sociale per questi centri, dei quali i sindaci si faranno portabandiera agguerriti.

Freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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