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Assimilare è discriminare

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Assimilare una cosiddetta famiglia omosessuale, ovvero la unione affettuosa di due omosessuali con eventuali pargoli adottati, infibulati, impiantati, nati per caso, trovati o comprati, con una famiglia formata da madre, padre e figlio/i è discriminante. Discrimina la società nel suo complesso. E’ un concetto arduo, ma per nulla ardito.

Con un breve ragionamento ci si può difendere ponendo in contraddizione con la tutela costituzionale dell’uguaglianza (art.3) questo tentativo così in voga di ugualizzare due cose che diverse sono e saranno sempre e comunque. Non è intenzione qui voler discettare sulla malignità insita nel concetto di gender, assunto ormai così trito che non si può più nemmeno porre in un discorso senza essere accusati dei peggiori mali della società oscurantista e fascistoide.

Qui si vuole evidenziare invece la pacifica impossibilità di equiparare un istituto millenario come la famiglia eterosessuale (ripetizione in termini), fornito delle tutele presenti in ogni pezzo di carta che abbia valore di legge civile o sovraordinata, con qualcosa di (ancora) indistinto ed in divenire.

Se questo qualcosa è in divenire, peraltro, è perché il volksgeist buonista è più attento a tutelare le minoranze che tenere la rotta di un istututo da tutelare, pur concedendo delle eccezioni, che tali debbono rimanere! Considerato come le legislazioni occidentali si stanno in massa muovendo, si tratta di una palese discriminazione della maggioranza con l’obbiettivo da parte di alcuni, ma nemmeno indovinato dai promotori progressisti delle indistinte novità, di mutare la maggioranza stessa. Attraverso una discriminazione della maggioranza.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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