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Jean-Marie addio: la dolcezza di stare dalla parte sbagliata

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Cacciare il padre, presidente onorario e fondatore, potrebbe spegnere l’ultima fiamma d’Europa.

Stare irrimediabilmente dalla parte sbagliata della storia, o meglio: stare dalla parte di quella storia che non è andata di modo che si potesse poi dire di essere stati dalla parte giusta della storia. Ecco la colpa irrimediabile del fondatore del Front National, il Movimento sociale di Francia, fondato nei primi anni ’70 da JMLP, francese romantico che vede i valori di Francia riposti nella Repubblica di Vichy. Vede, e non ha smesso di vedere. A 86 anni il presidente onorario del FN non ha proprio voglia di cambiare idea, ritrattare, adeguarsi alla scialba morale dominante, svendersi al buonismo delle parole. Non si tratta, si badi, del togliersi dei sassolini dalle scarpe come si fa spesso in vecchiaia, e nemmeno di una sorta di sindrome di Tourette, ma semplicemente di coerenza, trasparenza, onestà. 

La figlia Marine Le Pen, con il suo giovane consigliere con la cartelletta dei sondaggi e omosessuale dichiarato, ha deciso di cambiare strategia in un partito dove, un tempo non si poteva dichiarare apertamente un orientamento sessuale non conforme al maggioritario. Eppure, forse, Marine ha fatto il passo più lungo della gamba: non permettere a Jean-Marie di candidarsi come deputato nella sua regione di Provenza-Alpi-Costa Azzurra, può essere un darsi una zappata sui piedi. 
Tralasciamo l’inopportunità di una faida famigliare laddove una figlia introdotta alla politica, messa a capo di un partito nel 2011 per dargli una sferzata, oggi decide di voltare le spalle e iniziare la procedura d’espulsione del padre dal partito. Parliamo proprio di opportunità politica.

Ebbene Marine non è mai arrivata ai ballottaggi per le presidenziali. Non ha mai rischiato di diventare Presidente di Francia. Suo padre sì. Oggi addirittura si vocifera che Marine potrebbe andare a sciogliere il FN per fondare un suo nuovo soggetto politico. Si parla, insomma, di spegnere la fiamma francese, così come è stata soffocata da ruberie diffuse in questo nostro malandato paese quella del Movimento sociale, ma per cosa? Per creare un partito che perde la sua identità: non gaullista, non di estrema destra, non lepenista. Una nuova destra che ha come alleato Salvini e la sua volgare dialettica retorica da taverna. Il ché è peraltro il meglio a cui possiamo ambire noi italiani.

In redazione chi scrive e Gabriele Tebaldi si discuteva se si potesse questa cacciata accostare ad un tradimento alla Fini o, come il sottoscritto sosteneva, ad un’epurazione di Rauti, con il suo bagaglio politico culturale, da parte di un figlio, anzi di un genero, come Gianni Alemanno fu per Rauti. Tutto in grande però, considerando che il FN è oggi il primo partito di Francia. E non saranno le boutades del suo vecchio fondatore, mai domo e mai stanco di dire quello che pensa, ad affossarlo. Il cacciare via il suo padre: quello forse spegnerà la fiamma. Il Fronte nazionale oggi è guidato da una borghese, una volta era guidato da un proletario, e i frutti del lavoro di quest’ultimo potrebbero presto appassire.
Chi creda nella politica lepenista riponga dunque la sua fiducia nel vecchio leone, e nella sua creatura, la giovane (1989), dolce e veramente lepenista nipote, Marion Marechal-Le Pen, già deputata di Francia (a differenza di Marine), e la più giovane mai eletta in suolo transalpino.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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