La cosiddetta “sabbiatura” è un fenomeno estremamente pericoloso per gli operai, che in Turchia e Bangladesh muoiono di tumore e silicosi.
Le polveri causano tumori e problemi polmonari. La denuncia: «Le griffe delocalizzano e gli operai muoiono»
Sarebbero le polveri inalate che provocano tumori e gravi problemi polmonari. Le più importanti griffe, non potendo effettuare questa operazione nei confini dell’Ue, delocalizzano nella vicina Turchia o in Bangladesh. La denuncia di questa situazione risale ormai ad un paio d’anni almeno, ma da allora poco o nulla è cambiato.
E’ l’alto contenuto di silice in ambienti non sufficientemente areati e senza le precauzioni necessarie che fanno del sandblasting(la sabbiatura) dei jeans, qualcosa di venefico e mortale. Tale pratica viene utilizzata per schiarire i tessuti delle più grandi marche di moda, che delocalizzano questa parte della produzione nelle fabbrica del Bangladesh e della Turchia.
Neppure le più comuni mascherine, che pure sarebbero insufficienti a proteggere le vie respiratorie, sono fornite ai lavoratori: le indagini svolte in Bangladesh e in Turchia evidenziano che i lavoratori che vogliono premunirsi da questo rischio debbono comprarsi le mascherine.. La silicosi, malattia ormai debellata da tempo nell’Occidente, è una piaga che questi lavoratori subiscono, insieme al tumore polmonare.Vi sono anche altri modi per schiarire i jeans, ma il problema per le industrie di moda è che la sabbiatura alternativa ed ecologica non riduce i jeans nello stato di usura che tanto paghiamo, il quale fa sì che il capo di vestiario possa deteriorarsi dopo un uso relativamente modesto dello stesso. Evidentemente si è operata una scelta: la salute degli operai è stata sacrificata in virtù del profitto, e per dar adito alla civetteria del jeans usurato e strappato.
Nella Unione europea il tenore in silice della sabbia non può superare l’1%, ma l’industria dell’abbigliamento non si è certamente fatta intimidire, delocalizzando, chi tutta l’attività, chi solo l’operazione di sabbiatura, in altri paesi che non dispongono ancora di una regolamentazione in materia: Turchia, Bangladesh e Cina.
Ci si augura che i nuovi parlamentari europei che verranno eletti a seguito delle votazioni di domani possano premere per l’introduzione di una direttiva (immediatamente efficace in Ue) che vieti la importazione dei jeans trattati con questo barbaro metodo consumista.
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