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Le opere d?arte dimenticate dalle istituzioni

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Palermo – L?arte in Sicilia oggi è forse un ricordo per pochi. Di certo le istituzioni, troppo impegnate a fare quadrare i conti, non possono occuparsene.

Accade così che a Palermo le opere d?arte possano scomparire senza lasciare traccia.

La denunzia giunge per bocca di Ludovico Gippetto, presidente di Extroart.

“Nell?aprile del 1995 ? sottolinea Gippetto- ospitammo a Città del Mare, lo scultore egiziano Medhat Shafik, nell?ambito di un accordo con il governo del Cairo, per la realizzazione di un?opera monumentale in pietra siciliana, che successivamente vennero trasferiti nel padiglione Egitto in occasione della esposizione internazionale della Biennale di Venezia. In quella circostanza, il lavoro artistico non passò inosservato, infatti la giuria internazionale lo scelse per l’assegnazione del prestigioso “Leone d?Oro”.

Subito dopo la conclusione della Biennale, la Fiera del Mediterraneo invitò Extroart a realizzare un simposio con i tre artisti egiziani premiati poco prima con il “Leone d?oro”, al fine di creare un percorso con materiali di recupero, cemento armato, enormi manufatti in terracotta (realizzati in collaborazione con la ceramica Parrucca) e grandi lastre in acciaio lucido che indicavano il percorso da seguire tra la luce ed il buio, che diede il nome al padiglione: “Luce Mediterranea”. Al termine dei laboratori, alcune opere restarono in prestito a Palermo, altre vennero donate allo stato africano. Oggi lo stesso padiglione che ospitò 19 anni fa la mostra, inspiegabilmente è vuoto. Non sono riuscito ad avere notizie sulla sorte delle enormi opere di Hamdi Attia e Akram el-Magdoub, che si trovavano all?interno del padiglione”.

Gippetto denuncia anche lo stato di degrado nel quale versa un?altra scultura, il “Muro del silenzio” di Medhat Shafik, composta da 5 blocchi da 1.600 kg ciascuno e ricoperto da erbacce per la totale assenza di manutenzione.

“ll “Muro del silenzio” di Medhat Shafik, -continua Gippetto-, è una delle opere acclamate a Venezia. Ad un?altra, “I luoghi dell?acqua”, è stato addirittura dedicato il Museo del Leone d?oro ad Assuan”.

“E’ verosimile ? prosegue ? che le opere siano state spostate, anche se sono immani ? aggiunge Gippetto ? ma se così non fosse dovrò sporgere denuncia per furto. Soltanto il “Muro” è stato valutato mezzo milione di euro”.

“La Extroart ? conclude Gippetto ? da diverso tempo ha offerto la donazione di queste famose opere, alle quali si aggiunge un?altra quarantina di sculture frutto dei numerosi simposi di scultura che l?associazione di volontariato Extroart porta avanti fin dal 1992. “Nessuna risposta positiva ? dichiara Gippetto ? ci è arrivata dall?assessorato alla Cultura del Comune fino ad oggi, malgrado la evidente disponibilità del sindaco Orlando, che, entusiasta della proposta, aveva individuato all?interno del parco Cassarà la giusta collocazione. Ma la nostra, pur certo anomala, richiesta di dare anziché ricevere ha forse creato confusioni, ma non disperiamo, perché numerosi sono gli Enti, pubblici e privati, disposti ad accettare le opere”.

(Nella foto: Ludovico Gippetto davanti alla scultura “Muro del silenzio” di Medhat Shafik, vincitrice del Leone d?Oro alla biennale di Venezia, in stato di degrado e coperta in parte dalla vegetazione)

Giuseppe Morello

Credit: www.resapubblica.it

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Di Redazione Elzeviro.eu

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