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Doverosi chiarimenti sul mio articolo dedicato ai dipendenti del trasporto pubblico

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L’articolo da me scritto sugli scioperi dei mezzi pubblici che puntualmente mettono in ginocchio le nostre città, come prevedevo, ha suscitato reazioni anche scomposte a riguardo, ma, va detto per onor di cronaca, anche molti commenti assolutamente positivi e in linea con quanto da me scritto.

Ci tenevo a rispondere a quei più o meno gentili lettori che hanno innanzitutto messo in dubbio le mie conoscenze in materia dandomi dell’ignorante e quindi del presuntuoso. E rispondo dicendo loro che il sottoscritto, a cavallo degli anni ottanta e novanta, è stato capo del personale e responsabile delle Relazioni Sindacali in diverse aziende dell’area Torinese tra cui la Pirelli di Settimo Torinese. Quindi, come potete vedere sono ben lontano dall’essere quella specie di “praticone, azzeccacarbugli” e incompetente così come sono stato dipinto in modo un po’ approssimativo e superficiale da chi ignorava il mio passato. Negli stessi anni ho vissuto in prima persona e in prima linea le logiche di allora che vedevano ancora nello scontro frontale contro “gli sfruttatori della classe del proletariato”, la panacea dei presunti mali del nostro paese. Una logica che ha finito con il contribuire alla progressiva paralisi di realtà industriali allora ancora rigogliose e in grado di apportare benessere al tessuto sociale e al paese nel suo complesso.

Allora le scriteriate e irresponsabili politiche sindacali volte a provocare ad ogni costo l’aumento indiscriminato dei salari disancorandoli e slegandoli sempre di più dal concetto di produttività hanno portato alle conseguenze che in parte stiamo vivendo ancora oggi. Con un costo del lavoro che è lievitato in modo non più accettabile e che ha provocato poi la chiusura di molte realtà prima floride, oltre al tracollo dell’intero sistema industriale italiano. Questa miopia sindacale che da sempre ha guardato al raggiungimento degli obiettivi di una classe sola di lavoratori come al suo unico e primario scopo politico, fregandosene altamente se poi questo stesso obiettivo andava a contrastare con quelli della crescita industriale, ha finito con il contribuire allo sfascio attuale. Non penso di essere un eretico se dico e confermo che l’attuale crisi, oltre ad essere frutto delle scelte scellerate dei grandi gruppi della finanza americana affonda in parte le sue radici anche sulla politica sconsiderata di quegli anni.

Sempre il sottoscritto ha partecipato anche alla famosa marcia dei quarantamila a Torino, che ha rappresentato una specie di spartiacque tra un periodo vetero sindacale dominato da logiche di scontro frontale e quello successivo che ha cercato di uscire dal tunnel senza fine di una contrattazione fatta solo di bracci di ferro e di contrapposizioni ideologiche. Contrapposizione che ha fatto perdere di vista, allora come oggi, quelli che sono e dovrebbero essere i valori e gli obiettivi comuni di una nazione, finendo per dare importanza soltanto alle richieste egoistiche di categoria.

Ricordo ai signori che mi hanno criticato che quella logica da post sessantotto è stata sconfessata una volta per tutte in quella marcia famosa e posso testimoniare che i famosi quarantamila quel giorno effettivamente erano molti ma molti di più. Tornando al mio articolo nello specifico, continuo a sostenere di non essere un eretico quando dico e confermo che in un simile momento drammatico e quasi letale per il nostro paese e per molti nostri concittadini, bisognerebbe evitare di perseguire i propri egoistici interessi di categoria per cercare di salvare il salvabile, perché di questo molto prosaicamente si tratta. E non è certo  giusta né percorribile la strada che porta ancora e soltanto allo scontro frontale e  mette in ginocchio il paese e altri milioni di cittadini. Il paese, al di là di tutte le logiche esigenze di, chiamiamoli, gruppi di interesse, esigenze che possono essere più o meno vere, più o meno difendibili e sostenibili, non ha bisogno di inutili contrasti, almeno in questo momento, ma di una pace sociale duratura  che, ripeto, faccia ricostruire quello che il nostro paese con le sue stesse mani ha colpevolmente distrutto. Se proprio vogliamo mandare a casa i governanti e i politici incapaci facciamolo ma usando l’unico strumento veramente efficace a nostra disposizione: il diritto di voto. Continuare invece a portare avanti solo e soltanto la lotta per le proprie presunte ingiustizie e per la difesa ad oltranza dei propri interessi contro tutti e contro tutto, non è la soluzione ottimale per fare uscire il paese dalla sua profonda crisi. Ma è sempre la solita soluzione dettata da logiche vetero sessantottine che non hanno portato nulla e che hanno solo finito con l’affossare ancora di più la crescita del nostro paese, accelerando il tracollo che stiamo vivendo in questi giorni.

Un appunto però me lo sento di fare in particolare ai solerti dipendenti della GTT Torinese, bravi a scioperare quando si tratta dei loro, per carità, legittimi interessi di categoria ma molto meno quando dovrebbero civilmente ribellarsi ai loro dirigenti e in ultima analisi ai vari sindaci di sinistra, quando li mandano a fare gli “sceriffi” della zona blu. In questo caso, tra l’altro, ma evidentemente nessuno sembra essersene accorto, vengono chiamati a svolgere una funzione che non dovrebbe appartenere a loro ma bensì al Corpo dei Vigili Urbani. Sarebbe bello vedere questi signori molto solerti nel contestare le infrazioni dei cittadini, fare un bello sciopero per tutelare gli interessi non solo propri ma anche degli stessi cittadini vessati in questo modo e che si vedono negato il diritto sacrosanto di poter parcheggiare sotto casa senza dover pagare la tassa aggiuntiva al signor Fassino. Ma forse quello stesso signor Fassino gli è tanto caro da ricordargli i bei tempi che furono quando nelle fabbriche italiane sventolava ancora la bandiera rossa.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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