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La Juve si prende un pit stop

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COMMENTO AL CAMPIONATO

La capolista si fa imporre il pari in casa da uno spavaldo Genoa perdendo due punti di vantaggio dal Napoli che va a vincere a Udine. Seguono a ruota l’Inter vincitrice del derby e la Lazio corsara in quel di Parma. La Samp sale al quinto posto pareggiando in casa con il Sassuolo. Anche la Fiorentina si deve accontentare di un solo punto al Franchi contro il Cagliari. Cade rovinosamente la Roma in casa contro la Spal. Il Toro prima si illude e poi subisce il ritorno del Bologna. Rovinoso inizio di Ventura che con il suo Chievo subisce la cinquina al Bentegodi contro la rediviva Atalanta. Pari e patta tra Frosinone ed Empoli.

La Juve

si prende un attimo di…riflessione facendosi imbrigliare da un ottimo Genoa che approfitta subito del cambio di panchina per dare fastidio, mica poco, a chi pensava già di fare dei grifoni un sol boccone.

La rete rapinosa di Ronaldo illude sembrando ai più il preludio della solita mattanza ma non basta perché i rossoblu riescono nella ripresa a pareggiare con Bessa senza neanche tanti patemi d’animo. Ora come ora il campionato rimane ancora bello chiuso e inchiavardato a favore di chi, nonostante la sostarella, appare comunque di un altro pianeta se non forse addirittura di un altro sistema solare. Il Napoli di Carletto va a..letto con la consapevolezza di aver dato e continuare a dare tutto  quello che è nelle sue corde. Per carità, il gioco di Ancelotti non è paragonabile a quello di sarriana memoria ed è più orientato alla tattica che non al sacro furore agonistico ma quanto basta per avere ragione anche dei bianconeri di Udine che si ritrovano ben presto imbrigliati nelle manovre e nelle ragnatele degli azzurri troppo furbi e troppo smaliziati per passare alla Dacia Arena senza lo giusto guiderdone.

Come troppo furba è l’Inter

che approfitta della sbandata finale della difesa rossonera che apre la porta all’incornata vincente di Icardi cosa che fa venire giù lo stadio, da una parte per l’incontenibile euforia e gioia nerazzurra e dall’altra per la rabbia di chi pensava e si sarebbe accontentato di prendersi anche un misero punticino. Ma un Milan così poco Milan raramente lo si era visto nel derby. I rossoneri per lunghi tratti dell’incontro sono apparsi in difficoltà ad oltrepassare addirittura la metà campo con Higuain che si dava alla raccolta delle margherite sul praticello di San Siro. L’Inter semplicemente ci ha creduto di più anche perché, in caso contrario, sarebbe stata sorpassata da quella che sembra essere da due anni a questa parte la sua perfetta antagonista: la Lazio.

Lazio

che impiega un tempo a capire che mandando a riposo Luis Alberto la partita sarebbe stata inevitabilmente sua. E così è stato con l’inserimento tardivo ma benedetto di Correa e del guerriero ninja Berisha. Sono stati questi due acquisti a fare la differenza contro un Parma privo della velocità di Gervinho e che evidentemente ha finito con il soffrire non tanto la velocità laziale, per ora quasi latitante, quanto la sua effettiva superiorità tecnico tattica…nonostante la mancanza di una vera ala destra e tale non è il buon Patric che comunque rispetto a Marusic almeno qualche cross decente lo fa.

La Samp

rimane nei quartieri alti grazie al punticino racimolato contro il solito tostissimo Sassuolo, ai blucerchiati per sfondare non bastano le incursioni e gli attacchi a ripetizione contro la difesa ben registrata di De Zerbi. La Roma ondivaga di questi tempi subisce la Spal e il suo cursore da sogno Lazzari che ogni partita si alza e…corre a perdifiato sfondando ripetutamente dalla sua parte, uomo imprendibile e dalle risorse infinite tipo pila Duracell e finché durerà lui la Spal potrà dormire sonni tranquilli e magari chissà pure con qualche sogno di gloria compreso nel prezzo.

La Fiorentina

bella e incompiuta…anagraficamente palesa i suoi limiti di personalità contro un coriaceo Cagliari che senza troppe angosce si porta a casa il punto che sa di salvezza. Peggior inizio non poteva averlo invece Ventura che finisce infilzato come un tordo  in quel di casa ad opera di un’Atalanta che è sembrata il “mostro sanguinario” risvegliato dopo un lunghissimo letargo. Se la squadra di Gasperini si fosse svegliata un po’ prima a quest’ora staremmo parlando della solita outsider del campionato con vista sulla Champion’s. Nulla di nuovo sul fronte Frusinate con la squadra di Longo che continua a subire goal a ripetizione stile pallottoliere e questo non va perché se non sei il Barcellona lì davanti e il Frosinone non lo è neanche alla lontana, è difficile porre rimedio ogni volta all’emorragia che scaturisce dai quartieri bassi.

Il Toro

dimostra di essere tecnicamente migliorato rispetto all’anno scorso: se avesse fatto altrettanti progressi anche dal punto di vista della personalità a quest’ora potrebbe concorrere per la Champion’s.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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