Home / In Fuorigioco / Juve e Roma…state Bonucci se potete

Juve e Roma…state Bonucci se potete

Condividi quest'articolo su -->

COMMENTO AL CAMPIONATO

 

La Juve vince la sfida infernale contro la Roma tra insulti, spintoni, espulsioni, sbagli arbitrali e tutto quanto fa spettacolo. La Sampdoria liquida l’Atalanta e si piazza al terzo posto seguita a ruota dall’Udinese che pareggia in casa con il Cesena. Bene il Verona contro il Cagliari. Mazzata Inter sconfitta dai Viola mentre il Milan risorge contro il Chievo. Vittoria in chiaroscuro della Lazio contro il Sassuolo. Il Toro sconfitto dallo strapotere del Napoli.

 

Troppo presto per dare un preciso significato aritmetico alla sfida dello Juventus Stadium tra le prime due della classe. Troppo tardi per piangere adesso sul latte versato ieri sera in un incontro che avrebbe dovuto giocarsi magari tra un paio di mesi e che adesso lascia solo strascichi velenosi, ammesso che ce ne fosse ancora bisogno tra due società da sempre reciprocamente antipatiche. La Juve l’ha spuntata per 3-2, dimostrando di saper tesorizzare il suo enorme potenziale bellico, ma la sua non è stata propriamente una passeggiata di salute. La Roma, dopo aver subito la prima nequizia da parte del “miope” arbitro Rocchi, che ha concesso il rigore per un fallo che non poteva che essere involontario, ha tenuto per buona parte del primo tempo il pallino del gioco mettendo ripetutamente in difficoltà i bianconeri. L’arbitro Rocchi comunque ha avuto modo di ripetersi cinque minuti dopo la sua prima “cantonata” questa volta regalando il rigore alla Roma per un…passionale giro di tango  tra Lichtsteiner e Totti: in questi casi 99 volte su cento l’arbitro lascia passare, ma evidentemente il fischietto fiorentino, in evidente stato confusionale, ha cercato semplicemente di riparare al precedente errore facendone un altro di pari gravità.

 

Dopo il secondo goal di Iturbe, a quel punto, sempre la giacchetta gialla di cui sopra, il protagonista assoluto della partita, ha concesso il rigore bis alla Juve per un tocco di Pjanic su Pogba che alla moviola è risultato ben al di fuori dell’area di rigore. Per carità poi l’euro goal finale di Bonucci ha messo la parola fine almeno al risultato, una conclusione davanti alla quale bisogna solo inchinarsi. Il problema è che i malumori, con tanto di espulsione di Garcia per assolo di violino non autorizzato al…direttore d’orchestra, erano già nell’aria e sono poi esplosi a pochi minuti dalla fine con l’ammucchiata-rissa e poi duplice espulsione a causa degli spintoni di Manolas a Morata per fallaccio di quest’ultimo. Che dire: di fronte a tale e tanta rivalità almeno si sarebbe dovuto scegliere un arbitro all’altezza e questo purtroppo non è stato fatto. Nulla è comunque ancora deciso e non poteva esserlo dopo appena sei giornate, ma di una cosa siamo certi: alla sesta di ritorno ci sono purtroppo tutti i presupposti, creati dal signor Rocchi, per un incontro non proprio amichevole.

 

Il Verona continua a tenere il proprio campo base nella parte alta dell’Everest vincendo le resistenze di un sempre più convincente ma sfortunatissimo Cagliari, mentre il Milan ha risposto presente con i goal di Muntari, bello il suo tiro quasi al volo, e di Honda autore di una punizione alla Messi. All’ora di pranzo l’Empoli ne ha suonate tre ad un Palermo in crisi profonda che dopo le ultime due partite se ne torna con un bottino di sette reti subite e zero realizzate: fossimo in Iachini incominceremmo a preoccuparci…forse.

 

La Viola…toglie le strisce azzurre dalla maglie dell’Inter lasciandole completamente nere. Imbarazzante è stata la differenza tecnico tattica a centro campo tra le due compagini: Pizzarro, Kurtic, Aquilani e Mati Fernandez hanno semplicemente maramaldeggiato sul corrispondente reparto avversario e i tre goal messi a segno da Babacar, Cuadrado e Tomovic ne sono stati soltanto la logica conseguenza. Se il buon Mazzarri non vorrà far prendere un infarto al povero Tohir, dovrà fare legittima autocritica: la squadra che ha mandato in campo ieri sera a nostro giudizio non è neanche scesa su quel campo rimanendo chiusa negli spogliatoi.

 

La Lazio è riuscita, nonostante le “nefandezze” del signor Cana, ad averla vinta sul Sassuolo, un Sassuolo che tutti continuano a snobbare dimenticando che la squadra emiliana possiede quello che probabilmente sarà il futuro attacco della Nazionale: Berardi e Zaza, ai quali aggiungi pure un certo Sansone e…hai detto tutto. Incredibile è stata comunque l’ostinazione di Pioli a continuare ad affidarsi al centrocampista albanese che proprio a…nozze con il ruolo di centrale non ci va e anzi riesce ogni volta nel miracolo di trasformare l’acqua dell’avversario di turno in ottimo vino di annata servito nella rete difesa dall’incolpevole Marchetti. Quanto manca a questa Lazio un terzo centrale di riserva…arriverà forse a gennaio quando i buoi saranno già scappati? Chissà…ai futuri proclami di Lotito l’ardua sentenza. La nota lieta è la consapevolezza di aver probabilmente trovato l’erede di nonno Klose, forse un po’ poco pensando che Djordjevic potrebbe, tocchiamo ferro, prima o poi fermarsi per qualche naturale e logico acciacco di stagione. In quel caso forse una mano là davanti potrebbe darla lo stesso Tare tornando in fretta e furia a vestire la casacca biancoceleste.

 

Il Parma invece sprofonda sempre di più assestandosi per benino sul fondo del barile perdendo questa volta in casa contro il mago Gasper che continua a fare magie con un Grifone che ora incomincia a guardare dall’alto in basso un bel po’ di squadre. Alla squadra allenata da Donadoni resta almeno una consolazione: una volta toccato il fondo non si può che…risalire. La Sampdoria ha reso di nuovo felice il suo comandante Ferrero stendendo la Dea Bergamasca grazie alla rete del solito Gabbiadini. Divertente lo show del presidente blucerchiato in tribuna: qualcuno magari storcerà il naso ma, viva la faccia, ogni tanto un po’ di sana popolarità e genuinità non guasta e poi ora Ferrero può anche concedersi il lusso di affacciarsi dal terrazzo di casa sua per godersi la vista sulle diciassette squadre che si trovano più in basso e sul quel terrazzo potrebbe anche restarci a lungo.

 

La sempre più sorprendente Udinese, ora quarta in solitudine, è stata fermata sull’1-1 dal Cesena in casa grazie ad un regalo dell’arbitro Mariani che in pieno recupero si è inventato un rigore inesistente a favore dei romagnoli che…ringraziano e si portano a casa il loro bel punticino che continua a tenerli ancorati nelle tranquille e placide acque del campionato. Ai soldati di Ventura non è bastato un ottimo Quagliarella andato di nuovo in goal grazie ad una prodezza d’altri tempi. Il Napoli, dopo tanto girovagare e martellare sotto porta, grazie ad alcune ingenuità difensive granata, alla fine ha messo sul piatto tutto il suo potenziale offensivo e per Gillet non c’è stato scampo. Insigne è riuscito a farsi perdonare le precedenti occasioni colossali mandate alle ortiche grazie ad un prodigioso colpo di testa dall’alto del…suo metro e sessantatre, seguito appresso dalla rete…delicata di Callejon. Al Toro la soddisfazione di aver messo, almeno per tutto il primo tempo, in difficoltà la corazzata partenopea, di più francamente non gli si può chiedere al netto della…bella copia di Insigne che ora sta incantando le brume germaniche e del suo ex compagno di banco per ora maltrattato sull’altopiano madrileno.

Condividi quest'articolo su -->

Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

Cerca ancora

Il Bologna ferma il Milan e riapre il campionato

Il Bologna esce indenne dal campo di San Siro e il Milan si deve accontentare …