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Pari e patta

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IL PUNTO SUL CAMPIONATO
 

 

La Juve e la Roma non vanno al di là del pari con il Verona e la Lazio mentre il Napoli fa piangere Super Mario.

 

La ventitreesima giornata ha avuto una succosissima vigilia con la Fiorentina che fa viola la dea bergamasca continuando la sua personalissima rincorsa alla Champion’s. Se la banda Montella continuerà con questo ritmo non è escluso che la Champion’s alla fine potrà pure agguantarla: molto dipenderà da quello che faranno dalle parti di Fuorigrotta. Pur priva dell’attacco titolare e di mezzo centrocampo (fuori Rodriguez, Tomovic, Ambrosini e Aquilani oltre a Gomez e Rossi) la Fiorentina non ha dato tregua alla compagine nerazzurra placcandola in ogni zona del campo. La rete su punizione di Ilicic ne è stata la logica conseguenza, seguita da quella del polacco Wolski, mandato in campo nel secondo tempo proprio al posto di Ilicic. Il polacco, in una riedizione del suo illustre antenato Boniek,  si è involato da metà campo scartando come birilli gli stralunati difensori bergamaschi e ha messo in rete per il raddoppio sull’uscita disperata di Consigli.

L’Udinese è di nuovo targata Di Natale e, come da logica, stravince per tre a zero contro i modesti Clivensi che evidentemente stanno perdendo i benefici iniziali della cura Corini. Ma le cose più…commoventi succedono nell’incontro tra Napoli e Milan, un match dai sapori antichi e dalle tenere rimembranze di quando da quelle parti navigava gente del calibro di Maradona, Careca, Giordano, Gullit e Van Basten. Ora, si fa per dire, bisogna “accontentarsi” di Higuain, Mertens, Hamsik e Balotelli che poi non è neppure merce di seconda scelta… . Si illude il Milan segnando subito con Taarabt, alla fine l’unico a salvarsi in pagella, poi il monologo partenopeo con il pareggio di Inler e la lussuriosa doppietta di messieur Higuain che nel secondo tempo spegne definitivamente le speranze rossonere. Va detto che molto ha contribuito alla disfatta milanista l’organizzazione di gioco un po’ confusionaria di Seedorf ancora forse non ben “esperienziato” rispetto ai ritmi e ai livelli del calcio nostrano, con molti uomini sistemati in modo “sballato” e fuori posto.Ad un quarto d’ora dalla fine la scena madre con Balotelli richiamato in panchina per far posto a Pazzini, che, appena seduto sull’amaro giaciglio, si sfoga con un pianto dirotto non si sa bene se a motivo della sostituzione, se a motivo della sconfitta della sua squadra o se perché la panchina era…puntuta o semplicemente perché…affari suoi.
Venendo agli eventi domenicali mentre la Juve se la vede in quel di Verona, la Roma, incattivita e bella carica dall’ira funesta del pelide Garcia contro…l’atride Reja, carica come un toro contro la muraglia biancoceleste. Alla fine le montagne di Roma e di Verona hanno partorito i classici due topolini: due pareggi che non accontentano nessuno, se con il termine nessuno intendiamo la real Juve e la corsara Roma, ma che non sono per nulla da disprezzare per chi, vedi Verona e Lazio, si accontenta di…mangiare ancora una volta.

A Verona succede di tutto, con i bianconeri che già alla fine del primo tempo conducono per due a zero ma che subiscono la incredibile rimonta da parte della “signorina” Giulietta che si aggrappa disperatamente al balcone della più quotata vecchia signora. Fanno da sfondo alla commovente storia tra signore e signorine le reti del “pipita” di casa, Toni, che alla sua veneranda età non perde il vizio di “incornare” e di Gomez che all’ultimo respiro pareggia sempre di testa. Potrebbe godere la Roma ma deve accontentarsi di dividersi la posta con i cugini che si limitano a stendere una bella linea Maginot dal centro campo in giù. Linea che i panzer romanisti questa volta non riescono a superare. La partita è tutta qui e addirittura sarebbe pure potuta finire con la Lazio in festa se nell’unica vera occasione procuratasi dai laziali il ragazzino Onazi non avesse sperperato il mortifero contropiede mandando il pallone  tra le gambe nemiche invece che tra quelle ben più promettenti del compagno Klose. Ma va bene così, un punto, un pareggio, l’ennesimo, ottenuto contro le prime due della classe, è un viatico incredibile per la banda Reja che, a questo punto, incomincia a credere nella zona Europa League. Allo scudetto ci continua a credere anche la Roma a meno nove da madama Juve ma con una partita da recuperare contro i coriacei parmensi.

Dalle parti di Genova blucerchiata la Samp di mister Sinisa stende in casa il Cagliari non senza quella giusta fatica che nobilita sempre le imprese e si assesta definitivamente in acque più tranquille. Il Livorno perde in casa con il Genoa e continua a navigare invece …nelle acque oscure della Provvidenza, l’unica arma ancora a sua disposizione. Impresa del Catania in casa del Parma: lo zero a zero finale ridà un minimo di senso al campionato drammatico dei siciliani, ora ad un solo punto dalla copia Sassuolo-Livorno e comunque a soli due punti dalla zona salvezza…che tutto non sia ancora perduto? A Torino, sponda granata, succede invece quello che non ti aspetti con i soldati di Ventura che perdono con il Bologna e ridanno così speranza e fiducia al signor Balanzone che, presumiamo, vivrà un Carnevale un tantino più sereno. In serata la banda Mazzarri, arricchita da…venature biancocelesti, compie “l’impresa” “travolgendo” per 1-0 il…real Sassuolo, un risultato che permette a Tohir e compagni di raggiungere il Verona al quinto posto. Non è un gran che ma va bene così…in periodo di vacche magre, un po’ di pascolo erboso è sempre bene accetto. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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