Lega Antivivisezione: «Stop alle pellicce animali nei vestiti dei bimbi»

La Lega antivivisezione, che da sempre si batte per l’abolizione delle pellicce dal vestiario, ha analizzato un campione a caso di capi d’abbigliamento per i bambini più piccoli, dai diciotto mesi ai dodici anni di età, dotati di pelliccia.

La scoperta è oltremodo preoccupante: i dati di laboratorio rinvenuti dalla Lav indicano che tali indumenti sono colmi di agenti tossici, derivanti forse dall’allevamento scriteriato degli animali, e ha diramato un allarme nazionale chiedendo l’intervento del ministero della Sanità. I veleni rinvenuti nelle pellicce dei vestiti per bambini hanno nomi difficilmente pronunciabili. Il peggiore è il noninlfenolo etossilato, che è anche l?unico normato a livello europeo. Molti altri non sono ancora adeguatamente disciplinati, purtuttavia essendo stati chiaramente riconosciuti come tossici dai dati di laboratorio.

La maggior parte dei capi di abbigliamento selezionati ha una pelliccia che è stata carpita dal “cane procione”, un canide da non confondere con tasso o procione, più vicino ad una volpe, che viene allevato all’ingrosso e spesso inumanamente per ottenere quel tipico groviglio di pelliccia che per alcuni sembra necessario a contornare un cappuccio invernale.

Alessandro Spaldoni, medico dell?istituto per la certificazione ambientale (Icea) ha aggiunto: «Molti di questi inserti di pelliccia sono dentro i cappucci e circondano il viso del bambino. Molti di questi veleni sono possibili agenti cancerogeni». Si consiglia pertanto, a scanso di equivoci, di non acquistare giacconi invernali per bambini con inserti di pelliccia. 

A dir la verità anche i giacconi con il pelo sintetico che contorna il cappuccio sono ad avviso di chi scrive sconsigliabili poiché sempre ove vi è imitazione persisterà pure l’originale e quindi l’adusità di un far ricorso a qualcosa di deprecabile come in effetti è quello della pelliccia.