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64 anni fa il sacrificio di Laika

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Ricorre oggi il 64° anniversario di uno degli episodi più controversi nella storia dell’esplorazione spaziale,

che vide come protagonista una cagnolina di nome Kudrjavka, ma che passò alla storia come Laika.
Il primo cane ad andare nello spazio fu anche il primo a morirci. Era il 3 novembre 1957 quando Laika venne lanciata dalla base sovietica di Baikonur a bordo della capsula Sputnik 2. Un malfunzionamento del sistema termico della navicella fece schizzare la temperatura a livelli insostenibili per la cagnolina e incompatibili con la vita. Anche se non ci fosse stato alcun problema, però, Laika sarebbe morta comunque, perché lo Sputnik 2 non era progettato per riportarla a terra viva. Non c’era ancora la tecnologia per far rientrare la capsula in sicurezza e si è preferito non aspettare, perché c’era la guerra fredda. La tecnologia sarebbe arrivata meno di 3 anni dopo: nel 1960 infatti i sovietici riuscirono a far rientrare a terra vive le due cagnoline Belka e Strelka.

A distanza di così tanti anni la discussione su Laika è ancora accesa,

segno che c’è molta sensibilità oggi su questo tema. È difficile giudicare questa vicenda non solo perché è una vicenda complessa, ma anche perché la sensibilità di oggi è molto diversa da quella di allora. Oggi, per esempio, nessun comitato etico approverebbe un test impostato in questo modo: il sacrificio di un animale per la scienza viene accettato quando è inevitabile, mentre in questo caso sarebbe bastato aspettare la tecnologia per il rientro a terra. Ma oggi è oggi, ieri era ieri. Lo scopo non è giudicare quella vicenda o affibbiare etichette, ma capire insieme in che modo vogliamo confrontarci OGGI con queste questioni. Capirne la complessità, se non altro.
Laika è solo uno degli innumerevoli animali sacrificati per la scienza, ma la sua vicenda ha fatto particolarmente breccia nell’immaginario collettivo perché conserva il retrogusto di un gesto più politico che scientifico. È un bene che se ne parli ancora, l’importante è non cadere nella retorica lava-coscienza del “Laika fu un’eroina”. No, Laika non si è sacrificata per noi. Siamo noi che l’abbiamo sacrificata.
-Filippo

*Articolo tratto dalla pagina - non affiliata in alcun modo con Elzeviro.eu, Chi ha paura del buio?. E ravvisabile pubblicamente sulla pagina stessa.
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