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Anni fa, nell?isola di Santorini, acquistai per poche dracme un bellissimo anello d?argento che rappresenta il corpo sinuoso di un delfino tursiope, uno dei simboli della Grecia.
Li ho visti dal vivo, i delfini, nel delfinario di Riccione, molto tempo fa, e a Valencia, successivamente. Entrambi gli spettacoli non mi sono piaciuti. Sebbene ad un occhio inesperto possa sembrare che l?animale sorrida, per via del muso lungo e quel simpatico ghigno, in realtà si sforza solo di compiacere il suo addestratore che lo fa ballare a tempo di musica, lo fa uscire dall?acqua, lo fa saltare attraverso cerchi colorati sempre e solo a comando. E? uno spettacolo privo di divertimento e non solo; obbliga esseri viventi e senzienti a vivere in cattività.
Di oggi la notizia che la Lav ? Lega Antivivisezione ? scende in campo, stavolta, proprio per difendere i tursiopi; insieme all?associazione Marevivo lancia la campagna europea “Sos delfini” (www.sosdelfini.org) e chiede a gran voce la chiusura dei delfinari dove, già da un?indagine che risale allo scorso anno, emerge che gli animali vivono in condizioni non consone alla loro natura.
Lav e Marevivo promettono battaglia e sono pronti a consegnare i risultati delle loro indagini al Ministro per l?Ambiente, Andrea Orlando.
Per chi non ne fosse a conoscenza, ricordo che esiste un decreto ministeriale, il 469 del 2001, che disciplina le condizioni per il mantenimento in cattività dei tursiopi usati nei delfinari.
Inoltre, sembra proprio che anche il pubblico italiano, ormai da tempo sensibile alla causa animalista, voglia la chiusura di queste prigioni dorate che non hanno nessun carattere di tipo scientifico ed educativo.
Bene sarebbe che i nostri bambini potessero conoscere ed osservare questi intelligentissimi mammiferi marini nel loro habitat naturale ovvero il mare.
di Ilaria Riggio
