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Il mondo cattolico: una sola fede ma due anime contrapposte.

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La reazione che il mio recente articolo sugli ultimi tre Pontificati ha provocato nei lettori del nostro blog giornale non ha fatto che confermare quello che già mi era noto da anni: all’interno della Comunità Cattolica si è creata ormai da tempo un’evidente e drammatica frattura tra due opposti schieramenti.

Un confronto che in questi anni è andato radicalizzandosi fino a concretizzarsi in un vero e proprio scontro dialettico e ideologico tra uomini appartenenti alla stessa fede ma, è difficile ammetterlo, divisi da una differente e opposta visione dei valori cardine della vita umana. Da una parte ci sono i credenti che, non senza una certa dose di coerenza, continuano a rifarsi ai principi fondanti della Fede Cristiana, principi che sono eterni e immutabili e che non dovrebbero ammettere compromessi di sorta né con le nostre coscienze individuali né con il sempre mutevole modo di pensare di una società in eterna evoluzione-involuzione.

Dall’altra parte assistiamo, in un numero sempre crescente di Cattolici, ad una sorta di deriva ideologica verso una concezione  Cristiana annacquata da un certo materialismo di moda e disinnescata della sua originaria componente metafisica, trascendente e, in ultima analisi, salvifica. Sulla scia di queste presunte nuove certezze, si cerca inoltre di dare al Cristo e al suo messaggio connotazioni politiche con rivendicazioni sociali che non gli sono mai appartenute. E’ facile a questo riguardo fare un parallelo con quanto si racconta nel testo evangelico dove si citano le critiche rivolte allo stesso Gesù da parte degli ambienti ebrei più estremisti che vagheggiavano progetti di insurrezione contro il dominio romano e che vedevano nello stesso Nazareno un possibile alleato politico per liberare Gerusalemme da quelli che erano visti come nemici e oppressori del Popolo Ebraico. La risposta di Gesù che addirittura guarisce il servo del centurione sbugiarda in pieno tale visione di parte, rivelando soltanto la divina pietà e misericordia di Dio verso tutti gli uomini senza inserirsi, come si pretendeva, nelle vicende politiche locali. La prima conseguenza di questa visione alternativa e, in un certo senso, dissidente rispetto al Credo Cattolico Apostolico è quella di considerare la stessa Dottrina Cristiana non più come frutto di una rivelazione divina in un rapporto verticale Dio-uomo, ma bensì come conseguenza di una libera scelta della stessa comunità cristiana con Dio relegato al semplice ruolo di garante-tollerante di quanto deciso dall’uomo. Questa visione, non più Teocentrica e Cristocentrica ma soltanto “Umanocentrica“, trasferisce, in un contesto mondanizzante, il pensiero cristiano nell’alveo di un relativismo illuminista pericoloso e che rasenta, sotto certi aspetti, anche precisi connotati eretici.

Siamo di fronte ad un clamoroso e destabilizzante capovolgimento del rapporto tra Dio e l’uomo, un capovolgimento che sta portando l’intero movimento dei Cristiani verso il baratro dell’incertezza e del relativismo morale storico e che affonda le sue origini in un pericoloso fraintendimento del testo del Concilio Vaticano II. In quella sede, forse non senza una certa dose di leggerezza, si decise semplicemente di affrancare la ritualità cristiana dalle sue presunte “pastoie” formali rendendo più leggibile e intelleggibile alle masse di credenti il significato più intimo del messaggio salvifico contenuto nei Vangeli. Da questa premessa, una parte di fedeli, attratti dal richiamo e dalle sirene di un’ideologia pseudo socialista, vi ha semplicemente visto l’occasione e la legittimazione per rendere la stessa dottrina più malleabile, flessibile e adattabile alle differenti spinte sociali di un mondo in evoluzione.

Un equivoco che, come prima e più nefasta conseguenza, ha portato a perdere il vero significato sacramentale di molti gesti compiuti all’interno della stessa Chiesa. In primo luogo la perdita di significato del Battesimo che, da originario Sacramento di purificazione dalle conseguenze negative del Peccato Originale con relativa rinascita dell’uomo nuovo, si sta riducendo sempre più a semplice e quasi banale formalizzazione dell’ingresso del fedele all’interno della Comunità Cristiana. Anche il Sacramento del Matrimonio, da originaria unzione sacra dell’ unione tra un uomo e una donna sotto la benedizione di Dio con lo scopo di dare vita ad una famiglia e di procreare, a Dio piacendo, dei figli, sta diventando nelle intenzioni della cosiddetta ala riformista cattolica, semplice unione di fatto tra sessi non sempre coerenti e con la benevola tolleranza di un Dio sempre più allontanato dalle umane vicende. La stessa elezione del Santo Pontefice non è più vista come la scelta e la nomina del Vicario di Cristo tramite la collaborazione e sottomissione dei Cardinali all’azione determinante dello Spirito Santo, sempre presente nell’aula del Conclave e nella persona dello stesso Capo della Cristianità dal momento della sua elezione, ma come semplice risultato di umane vicende. La prima conseguenza errata è quindi quella di considerare lo stesso Santo Padre avulso da ogni contatto con l’eterno trascendente, ridotto alla sua semplice umanità e fragilità e quindi in nulla distinguibile da un qualsiasi altro uomo pubblico. E’ ovvio che in un simile contesto, sradicato dalle sue più genuine origini e deprivato delle sue caratteristiche, non si può più parlare neanche di Infallibilità e di Primato del Pontefice, Infallibilità e Primato che fanno parte, non va dimenticato, del tessuto dogmatico della vita stessa della Chiesa. Un’altra, per certi versi devastante, conseguenza di questa rivisitazione in chiave rivoluzionaria è una diversa concezione di ciò che è male e di ciò che viceversa è bene. E’ ovvio che in un contesto di totale relativizzazione non potrebbe esserci più spazio per un concetto di bene e male assoluto, dipendendo quindi il giudizio finale non più da Dio ma dall’uomo stesso che, in base alla sua sensibilità e al variare stesso della considerazione sociale di certi comportamenti, stabilisce di volta in volta quello che è lecito e quello che non lo è. Quindi la stessa morale in campo sessuale finisce per concretizzarsi in una lettura dello stesso tessuto evangelico riduttiva e tronca. L’episodio dell’adultera è illuminante a questo proposito. Gesù con la sua frase “Chi è innocente scagli la prima pietra” si scontra con l’ipocrisia dell’uomo sempre pronto ad ergersi ad organo giudicante, e poi, avvicinandosi alla donna, le dice che nessuno la sta condannando, aggiungendo però anche la frase” va e non peccare più” Ed è proprio questa frase che, con una perfetta e calcolata operazione chirurgica, è stata “asportata” dal testo per essere bellamente ignorata. Gesù non condanna il peccatore ma allo stesso tempo non lo esorta di certo a continuare nella sua condotta come se non esistesse una legge divina che lo porterebbe, in tal caso, alla dannazione. Ed è proprio qui che i Cattolici dissidenti, quelli per i quali ogni azione umana, per il fatto di non essere giudicabile, diventa per questo lecita e degna di considerazione, dimostrano la loro cecità e la loro “mala fede” ideologica. In una simile visione stravolgente della realtà, dove tutto diventa ammissibile e… tutelabile, il pensiero Cristiano si riduce ad un facile complesso di belle intenzioni a cui, come detto, è facile “scantonare”, senza la contestuale  paura di possibili conseguenze a livello salvifico. Il messaggio di Cristo, al contrario, non è e non è mai stato di facile lettura e applicazione, e questa operazione con cui molti sedicenti Cattolici stanno cercando di renderlo  più umano e quindi meno impegnativo porta semplicemente con sé i germi pericolosi della disfatta e dell’abdicazione morale.

Il Cristianesimo è stata la più grande forza dirompente della storia, il cercare di ridurlo ad un semplice insieme di labili precetti, tanto labili da poter essere cambiati in continuazione, è un’operazione che riveste caratteristiche assolutamente diaboliche. Parliamo del Diavolo, principio e personificazione di ogni male a cui, non senza colpa, molti fratelli in Cristo sembrano non credere più nella loro tranquillizzante e narcotizzante visione paganeggiante della vita. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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