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Con gli occhiali di Facebook+Rayban addio privacy

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Presentati dal CEO di Facebook Zuckerberg in un post sulla sua piattaforma, hanno raggiunto la curiosita` del pubblico fin da subito. Sono infatti oltre un milione le visualizzazioni del lancio degli occhiali.
Le potenziali implicazioni sulla privacy e lo sfruttamento ai fini di marketing e pubblicita` sono inquietanti, se si pensa che Facebook avra` accesso a milioni, forse miliardi di video girati per le strade e nelle case di tutto il mondo, molti dei quali saranno in tutta probabilita` girati all’insaputa dei soggetti ripresi.

I Ray-Ban Stories (nome degli occhiali con cui si possono registrare social “Stories” per i fruitori dei social network di Zuckerberg (Facebook, Instagram e Whatsapp), hanno creato file innumerevoli (si veda quella di Milano in piazza San Babila). Eppure la qualita` delle macchine foto e` infinitamente piu` bassa di quella di qualsiasi cellulare.

Il Garante della Privacy ha gia` espresso dubbi e perplessita`. Il Garante ha chiesto informazioni all’azienda in merito alla condivisione ed utilizzo dei dati registrati dagli utenti.
Se col cellulare una ripresa e` quasi sempre riconoscibile dal modo in cui si tiene in mano il telefono, per registrare con gli occhiali bastera` premere un tasto sul frame degli occhiali, o addirittura far partire la registrazione dal cellulare. Ci sara` una lucina bianca accesa quando gli occhiali registrano. Peccato che con qualsiasi pennarello nero indelebile (o altri mille espedienti facilmente pensabili), la lucina si possa nascondere.

Il Garante Privacy italiano, infatti ha domandato al suo corrispettivo irlandese (DPC- Data Protection Commission) di sollecitare Facebook per avere la risposta ad alcuni quesiti prima che gli occhiali smart arrivino in Italia.I

Il Garante Italiano, in una nota ufficiale,

intende acquisire elementi ai fini di una valutazione della effettiva corrispondenza del dispositivo alle norme sulla privacy, asserendo di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali; le misure messe in atto per tutelare le persone occasionalmente riprese, in particolare i minori; gli eventuali sistemi adottati per anonimizzare i dati raccolti; le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali.

Dove vengono tenuti i dati di migliaia di stories registrate un po’ ovunque nel mondo? Come vengono usati? Sembra un’intuizione geniale per dare ad aziende che vivono di profitti dalla pubblicita` degli insights sul mercato di tutto il mondo, le tendenze, le mode, le affinita` tra gruppi di persone.

Per non parlare delle implicazioni tali occhiali potrebbero avere sulla pubblica sicurezza e sulla vita delle persone.

I Ray Bay Stories, richiedono un account Facebook, funzionano scaricando un’app per smartphone (Android e iOS) e Facebook View. Dopo aver registrato i video, per una memoria che puo` contenere fino a 35 video di 30 secondi, oppure 500 foto – si puo` decidere di caricare i contenuti in modalità wireless sulla app, dove le foto sono sì criptate. Tuttavia, su Facebook View, le persone possono condividere i contenuti nei loro social network o nelle app di messaggistica.

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