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Alcuni dubbi sul DDL Zan

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Il problema con il DDL Zan non è ovviamente che difenda i diritti degli omosessuali, che infatti è giusto difendere come peraltro la Costituzione prevede per ogni cittadino, omosessuale o eterosessuale che sia.

di Diego Fusaro

Nessuno deve essere discriminato per i suoi gusti sessuali, questo deve essere chiaro: tra consenzienti maggiorenni ogni relazione ha piena dignità. Ora, se si trattasse semplicemente di questo, ripeto, il DDL Zan sarebbe giusto e, insieme, superfluo, dacché è la legge italiana a prevedere la giusta punizione per ogni forma di discriminazione che non sia quella di tipo economico.

Il fatto che l’operaio – omosessuale o eterosessuale che sia – non possa fruire concretamente di certi servizi non è, curiosamente, mai considerata discriminazione: anche perché battersi contro tale discriminazione vorrebbe ipso facto dire battersi contro la società a forma di merce di cui siamo abitatori, la quale trasforma i diritti di tutti in merci di chi può permettersele.

Ordunque, il problema con il DDL Zan sta, invece,

nel fatto che esso rischia di usare la sacrosanta difesa dei diritti delle persone omosessuali come scudo per coprire, giustificare e imporre un modo di pensare rispetto al quale ci si dovrà coattivamente adattare. In un mio libro, l’ho chiamato il nuovo ordine erotico, che è poi il completamento del nuovo ordine mondiale sul piano dei costumi e degli affetti.

Ad esempio, nel pieno rispetto dei gusti sessuali di tutti, dire che un figlio ha diritto ad avere un padre e una madre sarà reato secondo il DDL Zan? Ancora: dire che per natura esistono maschi e femmine sarà perseguitato come gesto discriminatorio?

Leggere Tommaso d’Aquino e Kant sul tema della famiglia sarà reato? E, ancora, sarò punito chi osi pretendere che i propri figli a scuola non ricevano l’indottrinamento à la page, per cui esiste soltanto il consumatore unisex che tanta libertà ha quanta può comprarne?

Del resto, così affermò a “Radio Capital” Alessandro Zan: “la libertà di pensiero non è un valore assoluto” (Radio Capital, 5.8.2020, ore 8:45). Ben venga, allora, la lotta contro le discriminazioni: ma non la si usi a mo’ di scudo per imporre nuove discriminazioni tese a produrre l’omologazione delle teste e dei cuori.

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