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E’ morto Andreotti, picciotto di 94 anni

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Il senatore a vita nominato dal compagno di partito Francesco Cossiga, sen. Giulio Andreotti, protagonista di più di 50 anni di politica italiana (7 volte capo del governo e 19 volte a capo di un dicastero) oggi è morto, all’età di 94 anni.Giulio Andreotti ebbe indiscutibilmente rapporti, e rapporti stretti, con la mafia. Giulio Andreotti «ha avuto piena consapevolezza che suoi sodali siciliani intrattenevano amichevoli rapporti con alcuni boss mafiosi; ha, quindi, a sua volta, coltivato amichevoli relazioni con gli stessi boss; ha palesato agli stessi una disponibilità non meramente fittizia, ancorché non necessariamente seguita da concreti, consistenti interventi agevolativi; ha loro chiesto favori; li ha incontrati; ha interagito con essi».

Queste non sono parole nostre, ma degli ultimi giudici che hanno avuto l’onore di giudicare l’onorevole. I giudici della Corte di assise di Palermo che lo hanno assolto (grazie anche all’intervento dell’avvocato Giulia Bongiorno) per non aver commesso il reato di associazione mafiosa a partire dal 1982, ma hanno invece dichiarato prescritto il reato di associazione per delinquere semplice (l’associazione mafiosa non esisteva ancora nel codice penale) commesso almeno fino al 1980. Senza essere fini giuristi ben si sa che non si può essere puniti per un fatto che, al momento in cui è stato commesso, non costituiva reato. E’ il placido principio dell‘irretroattività della legge penale, del quale l’illustre Senatore a vita (e quindi ex senatore) ha beneficiato lautamente.

La sentenza è stata confermata dalla Corte di cassazione, che ha messo l’ultimo sigillo su una vicenda durata dieci anni. Tuttavia non si può certo dire che il nostro politico nazionale più conosciuto (forse dopo B.) nel mondo, sia uscito pulito dalla vicenda.Stando a quanto è stabilito dai giudici d’appello del processo di Palermo, infatti, è reale la consapevolezza dei rapporti tra il suo (del Presidente Andreotti) subalterno in Sicilia Salvo Lima e Stefano Bontate: quest’ultimo è nientemeno che il capomafia eliminato dai corleonesi di Totò Riina nella guerra di mafia del 1981. Bontate e Andreotti si sono incontrati di persona: anche questo provato. Con i mafiosi del clan di Bontade Andreotti ha anche candidamente parlato di Piersanti Mattarella, ex presidente della Regione Sicilia assassinato dalla mafia perché sgradito. Il senatore avrebbe consigliato una strada diversa ai delinquenti… Accaduto quanto accaduto, però, Andreotti si è ben guardato dal denunciare i suoi “utilissimi elementi di conoscenza” alla giustizia. Un giurista come Andreotti ben sapeva, però, che l’omessa denuncia di reato è un reato penale di grande rilevanza…

Non ci intratteniamo oltre su tale argomento perché ciò potrebbe apparire macabro, nel giorno della morte di un sì lucido statista, un faro della nostra politica: il suo nome spicca perfino tra i revisori della nostra Costituzione (1948).Muore giovane chi è caro agli dei.

Freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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