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Le larghe intese acuiscono l’estremismo

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La scelta, pare necessitata, da parte del Partito democratico di creare un governo di larghe intese è stata osteggiata nella manifestazione mattutina del Primo Maggio nei pressi di Piazza Vittorio a Torino, anche fisicamente. Un cordone di polizia ha diviso i manifestanti di “Sinistra critica” e altre formazioni di sinistra extraparlamentare dal cordone principale del Corteo che annoverava, tra gli altri, Cgil, Pd e lavoratori.

Torino è una città a forte rischio di estremismi, un luogo ove gli autonomi anarchici occupano palazzi in centro e sono foraggiati da più di venti anni dalla giunta comunale. Poco importa agli autonomi che recentemente i giovani del Pd abbiano occupato la sede del partito per manifestare lo sdegno loro per l’alleanza con Berlusconi e co.: per codesti estremisti, dotati del solito apparato di maschere, uova, falci e martello su bandiere logore è facile far di tutt’erba un fascio.

Un problema importante, a cui non molti hanno finora pensato, è che il governo di larghe intese, successivo a quello tecnico di unità nazionale può andare, per la stessa sua composizione, ad acuire estremismi mai domi. In città come Torino, ove l’anno scorso sono stati arrestati parenti e amici di brigatisti con bombe e bombette negli zaini, non è difficile immaginare che nella spaccatura in seno alla sinistra si insinuino i foraggiatori dell’odio e della violenza. I soliti noti individui che “uccidere un fascista non è un reato”. Frasi logore come questa, che ci ricordano tempi oscuri, ancora echeggiano in quelle che dovrebbero essere festose manifestazioni per le strade, ancorché totalmente ipocrite, considerata la attuale condizione del lavoro in Italia.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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