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Dove ci porta la globalizzazione

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Il 4 di marzo, in quattro minuti quattro, non uno di più, Bruxelles ha comunicato la decisione di chiudere la Bridgestone di Bari, dichiarandola improduttiva (anche se non è vero). Migliaia di lavoratori sono disperati e chiedono aiuto ad un governo che non c’è.

Non è facile fermare una multinazionale in un mercato globale, anzi è quasi impossibile, perchè ormai è stata deliberata la delocalizzazione in Polonia, come ha affermato il sindaco di Bari nella trasmissione “in onda” (09/03/2013) attorniato dalle famiglie coinvolte. 
La gente non si rende ancora conto della gravità del fatto, ma si perdono 1000 posti di lavoro al giorno sotto gli occhi dei cosiddetti sindacati (che al massimo indicono scioperi e cortei). Delle fabbriche di pneumatici, è rimasta in Italia solo la Pirelli, che non la passa affatto bene, assillata com’è dai suoi problemi. 
A questo punto ci ha portato la globalizzazione dopo averci fatto perdere la nostra identità: ma vuole andare oltre. Coloro che si sono addentrati nei meandri di questo processo epocale hanno parlato di un nuovo ordine mondiale (NWO) alle porte, di una specie di perverso complotto internazionale che coinvolgerà tutti i popoli della terra, ma sono stati definiti visionari che credono alle leggende metropolitane prive di fondamento. 
Eppure il ” potere invisibile” che ci sovrasta dà ormai segni ogni giorno, ma politici da quattro soldi sorridono  beatamente in televisione, pensando solo ad improbabili alleanze ed a nuove elezioni. Parole, parole, ma di fatti concreti nemmeno l’ombra. E intanto l’Europa ha sentenziato, catartica. Chi scrive, come chi legge, non vuole fare dell’allarmismo a buon mercato, non sta concorrendo alla spartizione delle sedie in parlamento, ma osserva quello che sta accadendo, temendo putroppo il peggio.
G.F.
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Di Redazione Elzeviro.eu

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