In Italia esiste libertà d’espressione, ma non esiste l’altrettanto importante parità d’informazione ed eguaglianza nei trattamenti.
Questo perché le più grosse testate giornalistiche e televisive sono in mano ai due “grandi” partiti Pd e Pdl. Così mentre riempiono delittuosamente i fogli di quella che dovrebbe essere informazione con attacchi verso la parte avversaria, trovano un denominatore comune del loro straparlare: Beppe Grillo.
Il comico genovese non possiede televisioni e non le frequenta neanche, e inoltre non può contare nessun simpatizzante del M5S tra gli editori delle grandi testate giornalistiche, fatta eccezione, questo va detto, per alcuni scritti usciti sul Fatto Quotidiano.
Ricordiamo che in un passato non lontano Grillo è servito come arma per la sinistra per attaccare l’ultimo governo Berlusconi, poi quando ci si è resi conto del potenziale elettorale del comico, ecco che è iniziata ad essere messa in atto la strategia della terra bruciata.
Le Tv ed i giornali ignorano il M5S, se non nei casi in cui va ricordato al cittadino che anche Grillo va in vacanza e i suoi soggiorni li paga con i soldi ( dove starebbe la colpa?).
Un esempio dell’ostracismo in atto contro Grillo è dato da un articolo uscito sull’Unità di oggi, dove la giornalista vuol far passare il movimento di Grillo come un movimento di estrema destra, parlando di verticismo assoluto e assenza di democrazia.
Tutto questo perché i lettori dell’Unità sono molto sensibili a tematiche del genere e guarderebbero con disgusto chiunque venisse associato all’estremismo di destra.
Ma tra tutte le critiche possibili al M5S questa è la più inadeguata, in quanto il movimento è impossibile da riclassificare sotto una qualsiasi corrente ideologica: sarebbe ridicolo sostenere che i membri del movimento No Tav, molto vicini all’entourage di Grillo, siano di estrema destra, pensiamo a come verrebbe presa dai valligiani una similitudine del genere?
Il M5S fa paura, d’altronde se vincesse come cambierebbe la gestione dei giornali “di regime“?