Home / Affari di Palazzo / Politica interna / Censura alla Meloni, tra solidarietà di Mattarella e fomentazioni di Kyenge

Censura alla Meloni, tra solidarietà di Mattarella e fomentazioni di Kyenge

Condividi quest'articolo su -->

Abbiamo atteso che prendesse contorni più netti la vicenda di censura governativa che ha visto come vittima Giorgia Meloni, segretario del partito parlamentare Fratelli d’Italia. Anche quando i toni della polemica politica si fanno accesi, non sarebbe dato ad un governo di istruire un organo (organetto) creato ad hoc affinché zittisca i membri dell’opposizione. Eppure è proprio quello che è capitato.

Giorgia Meloni è stata ricevuta al Colle dal Capo dello Stato, che ha ammesso la inusualità  (“anomalia”) della contestazione mossa dall’ufficio anti razzismo a Meloni. Le si imponeva, nella missiva recapitata da detto ufficio, di moderare i toni sulla questione migranti. O clandestini, come spesso ha usato definire i migranti l’on.Meloni.

E’ un fatto che il 70% dei migranti che giungono nel nostro paese non ottenga poi lo status di rifugiato o profugo: ecco quindi che la generalizzazione nel chiamare “clandestini” i “migranti”, soprattutto riferendosi a coloro che non siano ancora stati identificati e classificati, appare giustificabile e giustificata. Se uno su tre, tra i migranti o immigrati è un profugo, gli altri due su tre, la grande maggioranza, sono clandestini sul nostro territorio, venuti qui per migliorare la loro qualità di vita, senza un reale bisogno di sfuggire da guerre e/o persecuzioni. Si tratta dei cosiddetti “migranti economici“.

Le conseguenze a questa missiva indirizzata a Meloni sono state molte e variegate, soprattutto dopo la tacita solidarietà del Presidente della Repubblica, molto attento ai temi della libertà di parola ed espressione, giacché il suo ruolo è massimamente quello di Garante della Costituzione. La carta costituzionale repubblicana stabilisce infatti, all’articolo diciannove, che ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

L’Unar, ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, è stato costituito nel 2003, più nuovo della sedia dalla quale stiamo digitando, mediante decreto legislativo. Senza invero i caratteri di urgenza che sarebbero la base di un atto di delega al potere esecutivo da parte del Parlamento, il decreto istitutivo e l’ufficio stesso, sono carenti dei requisiti di legittimità che dovrebbero essere propri di un organo che si permette di mandare missive stile governo cinese ai parlamentari regolarmente eletti. 

Notizia delle ultime ore, dopo un assordante silenzio del premier Renzi sull’intera vicenda, è quella che il segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti, avrebbe chiesto chiarimenti a Marco De Giorgi, direttore dell’ente antidiscriminazione. De Giorgi aveva invitato Meloni, sulla scottante questione dei profughi, a «trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore». 

Da registrare poi, a puri fini di esaustività, l’uscita tardiva ed impietosa dell’europarlamentare Cécile Kyenge, che, in merito alla vicenda, stigmatizza i discorsi d’odio a suo dire ancora troppo diffuso nel nostro paese. “Tutte queste espressioni non hanno nulla a che vedere con la libertà di parola tutelata nella nostra Costituzione.  Sono solo gravi fenomeni di razzismo e di istigazione all’odio razziale, troppo sottovalutati nel nostro Paese”. Si prodiga poi nella difesa dell’Unar, ente con il quale ha collaborato, ed auspica un rafforzamento delle sue attività e prerogative, aggiungendo:“L’Unar ha avuto il mandato di vigilare sul rischio di focolai di razzismo che sono alimentati proprio dalle predicazioni d’odio

 

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

La furia cieca e lo stridor di denti della sinistra sconfitta

Dopo il successo clamoroso di “Fratelli d’Italia” si scatena nel paese la furia scomposta di …