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#Maturità2015 – La scuola “resiste” alla “fasciomania dilagante”

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Potrebbe essere un titolo di Repubblica, o del Manifesto o di Nuova Società (anche se è molto azzardato mescolare tale testata ai primi due grandi dell’editoria).

Tuttavia se qualcuno dei giornalisti di queste redazioni avesse la piena libertà di scrivere un editoriale sulla maturità 2015, probabilmente lo intitolerebbe così.

Quest’anno infatti a scuola ha “vinto” la Resistenza. Proprio nell’anno in cui il movimento partigiano e le sue ricorrenze festose più che festive hanno subito la critica da più parti e più movimenti.

Il popolo, quello dotato dell’omerica curiosità di comprendere le “cose”, sta lentamente prendendo coscienza di quella che fu la guerra civile e delle nefandezze compiute da chi per più di cinquant’anni è stato dipinto con saio e aureola sul capo.

La scuola italiana ha scelto così di selezionare la lettera di un condannato a morte della Resistenza per commentarne i valori e la “continuità con il Risorgimento”.

Le pagine di Repubblica avrebbero esaltato questa scelta contro l’ “inesorabile rigurgito fascista” e la scuola sarebbe stata dipinta come l’ultimo baluardo “partigiano” contro nazifascismo, xenofobia, razzismo, lepenismo, putinismo e salvinismo, e qualche altro “ismo”” inventato.

Sapete invece cosa ci sembra la scelta di questo tema? Un ultimo disperato tentativo di utilizzare il neutro banco di scuola per imporre un’ideologia ormai (e finalmente) demodè.

Nel 2015 ci sono tante problematiche nazionali e transnazionali e tante sfide: dalle guerre in Medio Oriente, alla susseguente immigrazione, passando per la crisi dell’euro e la tensione con la Russia.

La crociata contro il fascismo non rientra più tra queste tematiche e non interessa più a nessuno, perché non serve a nulla, se non a riempire le pagine del blog di Gad Lerner. Le nuove generazioni hanno ancor più bisogno di saper analizzare la storia invece che celebrarla pedestremente.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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